Comitato SEV
Sciopero delle donne
Il Comitato SEV ha votato a favore dello sciopero delle donne annunciato per il 14 giugno 2019. Ha anche invitato a votare no contro la sorveglianza degli assicurati e l’iniziativa dell’UDC poste in votazione il 25 novembre.
Lo sciopero delle donne del 14 giugno 1991 è ancora nei ricordi di tutti, grazie all’adesione di oltre 500 mila donne. «È stato un momento storico», ha dichiarato Lucie Waser al Comitato SEV. L’anno prossimo, 28 anni dopo, un nuovo sciopero delle donne è previsto per il 14 giugno. Il Comitato si è espresso in favore della partecipazione attiva e finanziaria della SEV a questo sciopero. Alla fine di novembre, in occasione del proprio congresso l’Unione sindacale svizzera prenderà una decisione formale. «Nonostante il forte segnale inviato lo scorso 22 settembre, dove a Berna 20 mila persone hanno rivendicato la parità salariale, nulla è cambiato sotto la Cupola federale. Si tratta ora di aumentare la mobilitazione, come ha sottolineato la delegata alla parità del SEV. «Questo sciopero ha spiegato il presidente del SEV Giorgio Tuti - è molto diverso dagli scioperi a cui siamo abituati, poiché si tratta di mostrare alle autorità e alla società che la situazione attuale è inaccettabile. Occorre dare un segnale forte». Lucie Waser ha ricordato al Comitato che le lotte delle donne sono molteplici: parità salariale, uguaglianza sociale, uguaglianza nella condivisione dei compiti domestici: «Ci sono certamente stati miglioramenti su quest’ultimo punto, ma è ancora insufficiente. E non dimentichiamo la violenza contro le donne». Ha pure inserito il futuro sciopero nel contesto politico europeo caratterizzato dall’ascesa del populismo di destra in Europa. «Come la storia lo ha già ampiamente dimostrato, sono le donne e i migranti i principali bersagli di questi movimenti politici». Per lo sciopero delle donne del 14 giugno 2019 ci saranno molteplici azioni ovunque in Svizzera.
Doppio no il 25 novembre
Il Comitato SEV raccomanda ai suoi membri di rifiutare la legge sulla sorveglianza degli assicurati. Sven Zimmermann, della Commissione per i giovani, ha osservato che «questa legge è un ulteriore passo verso una sorveglianza sempre maggiore». Giorgio Tuti ha puntualizzato. «Attualmente il Codice Penale prevede già delle sanzioni sull’ottenimento illecito di prestazioni da assicurazioni sociali o dall’assistenza sociale». I mezzi previsti dalla legge sottoposta al voto, vanno troppo oltre. Non si può accettare che l’assicurazione possa, senza autorizzazione giudiziaria, assumere un investigatore privato, intercettare le telefonate dell’assicurato, filmarlo o seguirlo con un GPS; tutte cose che il Parlamento ha accettato la scorsa primavera. Questo tipo di sorveglianza è una grave violazione della sfera privata e deve pertanto essere oggetto di un’ingiunzione del tribunale emessa in uno Stato di diritto da parte di un pubblico ministero o di un tribunale. Ecco perché è sproporzionato conferire alle assicurazioni competenze che vanno oltre a quelle delle polizia o di un servizio di intelligence.
Il Comitato invita inoltre a votare no all’Iniziativa dell’UDC sull’autodeterminazione, che sopprime la protezione fornita sia dalla Convenzione europea sui diritti umani (CEDU) sia dalle convenzioni dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL). «La CEDU e il diritto internazionale dell’OIL garantiscono importanti diritti a tutti i lavoratori, incluso il diritto di unirsi a un sindacato e di scambiare informazioni», ha affermato Giorgio Tuti. I/le salariati/e il personale sindacalizzato dipendono da un ordinamento operativo dei diritti umani giorno per giorno. Ma il testo dell’UDC sopprime queste tutele legali e mette in pericolo l’applicazione non solo della CEDU, ma anche delle 43 convenzioni dell’OIL sulla protezione dei lavoratori, tutte ratificate dalla Svizzera!
Vivian Bologna
Commenti
Stark 08/11/2018 06:37:07
Bin mit der Interpretation und der hier veröffentlichen Aussagen über die beiden Abstimmungsempfehlungen nicht einverstanden.
Zur Überwachung: das Ziel ist, dass Sozialbetrüger aufgedeckt werden können und somit gibt es weniger Ausgaben welches sich positiv auf das Portemonnaie von uns "Büezern" auswirken wird.
Zur Selbstbestimmung: das Ziel ist, dass die direkte Demokratie / die Stimme vom Schweizer Volk gestärkt wird.
Genau diese zwei Ziele müssen meiner Ansicht nach von einer "Büezer" freundlichen Gewerkschaft unterstützt werden.