Condizioni di lavoro sui bus

Salari minimi di 58 300 fr.

La liberalizzazione parziale del mercato attuata lo scorso 1. luglio ha suscitato inquietudini presso il personale per un possibile dumping salariale. L’UFT ha reagito, emanando una direttiva che fissa lo stipendio minimo a 58 300 franchi.

Lo scorso luglio sono entrate in vigore le nuove norme legali sul traffico regionale viaggiatori (TRV) che obbligano, a determinate condizioni, a mettere a concorso le prestazioni, rendendo necessarie anche nuove disposizioni per la difesa delle condizioni di lavoro del settore. L’ufficio federale dei trasporti (UFT) ha appena pubblicato una direttiva sulle «condizioni di lavoro nel settore dei bus» valida dal 1. aprile per tutte le aziende di bus del TRV che richiedono il rilascio, il rinnovo o la modifica di una concessione. La direttiva non è quindi immediatamente applicabile alle aziende che già dispongono di una concessione, a meno che presentino differenze troppo importanti con la direttiva.

Salari minimi rispettati dal 90% delle aziende

La direttiva ha il grosso merito di tutelare i salari del settore, stabiliti in un minimo iniziale di 58 300 franchi per autisti di bus titolari di una patente di categoria D, senza esperienza professionale e con una durata del lavoro annua di 2100 ore per un impiego al 100%. Questo salario e altre condizioni minime sono state fissate in base ad un’inchiesta svolta dall’osservatorio del lavoro dell’università di Ginevra presso 261 aziende del settore (comprese aziende subappaltatrici). Il 55% hanno risposto alle domande.

L’inchiesta ha rilevato uno stipendio medio di oltre 64 847 franchi. L’UFT ha tuttavia deciso di limitarsi alla determinazione dello stipendio minimo di 58 300 franchi, attualmente riconosciuto almeno al 90% degli autisti. Ciò conferma il buon livello delle condizioni di impiego del settore, grazie in primo luogo alla diffusione dei contratti collettivi di lavoro, elaborati dai sindacati, SEV in testa. Oltre allo stipendio minimo, la direttiva stabilisce anche alcuni parametri minimi riguardanti le assicurazioni. Per esempio, in caso di incapacità al lavoro per malattia o infortunio, il personale riceverà almeno l’80 percento dello stipendio durante 720 giorni, con un periodo di carenza minimo di 20 giorni, durante il quale deve ricevere lo stipendio al 100 percento.

L’UFT non ha per contro previsto limiti minimi per le vacanze o i congedi speciali, in quanto lo studio non ha analizzato questi aspetti.

Vivian Bologna

Barbara Spalinger, vicepresidente SEV

«L’UFT ha tenuto conto del nostro lavoro»

L’UFT fissa un salario minimo di 58 300 franchi l’anno per un autista di bus. Cosa ne pensi?

Che questa cifra tiene conto abbastanza bene del nostro lavoro, dato che l’UFT si è basato sui salari negoziati dal SEV. Peccato solo che si è rifatto al salario minimo e non a quello mediano.

Oltre al salario, l’UFT definisce anche una normativa minima per le indennità in caso di malattia. Possiamo dirci soddisfatti da queste norme?

Il salario minimo e le disposizioni in caso di malattia non sono sufficienti per definire le condizioni usuali del settore. Mancano altre caratteristiche importanti, come sistemi salariali trasparenti, le indennità, i giorni di vacanza o di congedo che, pressoché dappertutto, sono superiori ai minimi previsti dalla legge.

Quale sarà il ruolo del SEV nel futuro?

Dovremo continuare a sorvegliare le condizioni di lavoro che abbiamo vincolato nei nostri CCL e fare in modo che diventino le norme usuali del settore. Questa attività non potrà limitarsi al settore dei bus ma dovrà essere estesa ad altri, in particolare al trasporto merci.