Questione salariale e condizioni di lavoro
Primo Maggio per i diritti e la dignità
Sul palco del Primo Maggio a Lugano, saliranno anche personalità di spicco come Pietro Martinelli e Giulia Fretta. Al centro dell’edizione di quest’anno il salario minimo, una misura che diventa sempre più urgente in una giungla che soffoca lavoratori e lavoratrici di questo paese. In un contesto di pressioni inaudite, difendere il valore del lavoro è un’assoluta priorità.
Gli esempi di peggioramento delle condizioni di lavoro, sono ormai notizie quotidiane che scandiscono il tempo della nostra vita. Nulla di buono, ma davvero. Salari di 700 franchi al mese, tentativi di dumping nel trasporto merci, mancato rispetto della legge federale sul lavoro in relazione alle aperture domenicali, contratti capestro e abusi di ogni tipo: tutto questo denunciato dai sindacati che non trovano più parole per descrivere quello che ormai si palesa come un imbarbarimento del mercato del lavoro, in cui la dignità delle persone è oramai un antico miraggio.
Datori di lavoro senza scrupoli, per loro le regole sono inutili fardelli
Le responsabilità sono tutte dei datori di lavoro senza scrupoli. Le notizie fanno scalpore, suscitano indignazione, ma non basta ancora per creare una breccia capace di indicare un chiaro percorso di discontinuità. Per spezzare questo circolo infernale, non bastano le denunce e le azioni dei sindacati, occorre che tutti i lavoratori e le lavoratrici si ribellino a questo gioco al massacro, tenendo presente che nessuno di noi è al riparo. Una situazione favorevole sul mercato del lavoro, può cambiare rapidamente e trasformare radicalmente la vita delle persone. Sul mercato del lavoro si moltiplica l’insofferenza di chi considera il rispetto delle leggi un inutile fardello e fa di tutto per trovare delle scappatoie, spesso al limite della legalità, se non addirittura illegali. Mai come oggi il ministero pubblico è chiamato a derimere vertenze, quando non sono veri e propri scandali, nel mondo del lavoro.
La situazione tesissima ha innescato una guerra pericolosa tra lavoratori, quando ad averla dichiarata sono i datori di lavoro.
Accuse come quelle di «furto del lavoro» e di «invasione», creano tensioni solo tra chi la pagnotta se le deve guadagnare al di qua e al di là della frontiera. Mentre chi mette gli uni contro gli altri se ne sta a guardare impassibile, freddo e calcolatore. Ben sapendo che a dividere i lavoratori e le lavoratrici sotto l’assedio della crisi, è l’arma del trionfo padronale. Da millenni. Da sempre.
Salario minimo per smascherare chi ne approfitta
Una delle opportunità di rompere questa dinamica, è il salario minimo legale di 22 franchi all’ora (cfr. pagine 8, 9 10 e 11). Obbligando i datori di lavoro a pagare stipendi decenti che permettano anche ad un/a residente di vivere con un minimo di decoro, l’impiego della manodopera frontaliera sarà necessariamente ridotto. Un salario minino legale smaschererà finalmente tutti coloro che per un pugno di franchi o di euro ha lucrato sulle spalle dei/delle frontalieri/e, soffiando sulla brace della sofferenza di chi un lavoro non lo trova. E questo fa male, molto male.
In occasione del Primo Maggio, non mancheranno gli interventi di sindacalisti/e di lavoratori/trici al fronte. In Piazza ci sarà anche l’ex consigliere di Stato Pietro Martinelli e la giornalista Giulia Fretta. Due volti e due voci attente al mondo che ci circonda. E per il quarto anno consecutivo, macchinisti e manovristi del SEV assicureranno la cucina.
Manifestazione 1° maggio 2014
Lugano – Piazza Manzoni
ore 12.00: Apertura cucina e mercantino solidale in Piazza Manzoni
ore 13.30: Ritrovo presso il Campo Marzio
ore 14.00: Partenza corteo
ore 15.00: Interventi ufficiali in Piazza Manzoni
dalle 16:00: Inizio concerti con
- Coro delle Mondine di Novi
- WITKO
- Casa del Vento
- Punkreas
dalle 18.00: Grigliata per tutti