Piccola cronaca dell’impegno quotidiano del personale FFS
Straordinaria normalità
La linea ferroviaria del Gottardo interrotta da una frana, per un mese, forse di più. Per gli utenti ticinesi delle ferrovie viene a mancare la spina dorsale di tutta la rete. Vi sono poi anche i turisti. In realtà, invece, i collegamenti funzionano, come siamo andati a verificare.
A Bellinzona, un ICN in arrivo da Chiasso scarica sul marciapiede 1 alcune centinaia di persone, valigie, passeggini e tutto il resto. Pochi minuti dopo, seguendo le indicazioni dell’altoparlante, tutti risalgono sull’interregio che lascia la capitale poco dopo l’orario previsto delle 13.06. Sul treno, due giovani conduttrici contano i viaggiatori, mentre l’altoparlante ripete le indicazioni già sentite a Bellinzona: tratta interrotta, il treno circola solo sino a Göschenen, poi trasbordo sui bus sostitutivi. Qualche richiesta di chiarimento, qualche lamentela (poche), ma niente di particolare da segnalare.
Turni separati
In precedenza, Emilio Grossi, assistente della regione del personale treno, ci ha spiegato le modifiche dei turni del personale treno a seguito dell’interruzione. Il personale ticinese accompagna i treni sino a Göschenen, dove presta assistenza ai viaggiatori alle prese con il trasbordo, per poi riaccompagnare i treni verso sud. A nord di Flüelen, succede l’inverso.
Confondere la frana con la ferrovia
Entro fine mese, il Consiglio federale dovrebbe pubblicare la sua posizione su di un possibile raddoppio della galleria autostradale del San Gottardo. Le esternazioni del ministro dell’economia Schneider-Amman hanno ringalluzzito i suoi sostenitori, che non stanno più nella pelle e che tentano di sfruttare ogni occasione per rilanciare la loro opzione, senza andar troppo per il sottile. Così anche questa frana diventa una conferma della necessità di raddoppiare il Gottardo, anche se nessuno capisce perché, dato che le stesse persone si affrettano a precisare che in nessun caso il raddoppio potrà portare ad un aumento di capacità.
Ma allora, come potrebbe contribuire a smaltire l’aumento di traffico pesante derivante dall’interruzione del traffico ferroviario? I sostenitori dimenticano poi che nel 2006 vi era stata un’altra frana, praticamente di fronte a quella attuale, che aveva interrotto l’autostrada per tutto il mese di giugno. Raddoppiando allora le gallerie autostradali, avremmo avuto un significativo miglioramento della circolazione … d’aria. Semmai, la galleria necessaria è un’altra: quella di base, che dal 2016 ridurrà drasticamente le vie di accesso attraverso le regioni di montagna, sempre più tormentate. Si tratterà allora di utilizzarla al meglio, trasferendo il traffico su ferrovia.
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A Göschenen tutti scendono. La stazione non è evidentemente dimensionata per queste situazioni, con scale ripide che l’aggiunta di rampe di metallo per le carrozzine e le biciclette rendono poco più agevoli. Ma con l’aiuto del personale FFS di rinforzo sul posto tutto si svolge con ordine e celerità. Dodici minuti dopo l’arrivo del treno, il settimo bus con gli ultimi viaggiatori lascia il piazzale della stazione. Il tragitto in bus richiede solo una ventina di minuti e dall’autostrada si vede la frana che ha interrotto la linea, dall’altra parte della valle. Il pensiero corre al povero collega, il cui corpo ha potuto essere estratto solo tre giorni dopo e alle possibili conseguenze, se un treno fosse passato proprio in quel momento.
Impiego particolare
A Flüelen, a prima vista, la situazione è un po’ più confusa, ma in breve tempo tutti prendono la via del sottopassaggio per l’interregio in attesa sul binario 3. Sul posto è presente una squadra di ferrovieri, tra i quali spicca un giubbotto arancione della LPV di un collega occupato ad estrarre le valigie dalla pancia del bus.
Kurt Rickenbacher è macchinista Cargo a Erstfeld, ma il blocco della linea, come ci spiega, lo ha lasciato senza lavoro. Ha quindi accolto con piacere la telefonata del suo distributore, che gli ha chiesto se fosse disponibile ad assistere i viaggiatori a Flüelen. «Ho preso il giubbotto più pulito che avevo, dato che l’ho usato solo per una manifestazione a Berna. Mi è piaciuta l’idea di potermi rendere utile, oltretutto in un’attività completamente diversa, che ci mette in contatto con molta gente e in molte lingue. Certo, manca l’abitudine e l’attività è molto intensa. Qualcuno reclama, ma molti ci ringraziano per il servizio» ci spiega.
Nel frattempo, l’interregio ha caricato tutti i viaggiatori giunti con i 7 bus e lascia Flüelen con soli 7 minuti di ritardo. Per i viaggiatori che avevano previsto di viaggiare con l’interregio delle 13.06 da Bellinzona, il viaggio riprende così praticamente in orario.
«Una bella prestazione» commenta soddisfatto Patrick Padlina, capotreno principale a Berna per l’occasione prestato all’assistenza clienti. Un breve briefing con i colleghi e poi giunge il treno successivo, questa volta da nord, con due comitive, molte famiglie e tutto il meccanismo si rimette in moto, con ordine, efficienza ed anche un pizzico di umorismo.
Per il personale FFS, un’ulteriore conferma della disponibilità, delle competenze e della flessibilità sempre fornite.
Straordinaria normalità, appunto.
Un sistema valido
Si tratta però anche di una conferma della validità del sistema svizzero di trasporti pubblici, che permette senza troppi problemi di adeguarsi a circostanze diverse. Per verificarlo, basta spostarsi a Chiasso, dove i viaggiatori devono cambiare una volta ancora per Milano, non essendoci treni diretti dal Ticino per Milano. Il trasbordo e la circolazione irregolare a sud di Chiasso rendono difficoltoso il rispetto delle coincidenze, che sono però una condizione indispensabile in Italia per utilizzare il proprio titolo di trasporto. «Abbiamo maggiori problemi a Chiasso che sul Gottardo» ci confermano allo sportello di Bellinzona. Anche queste, ma in un altro senso, sono ormai storie normali.
Pietro Gianolli