Un sindacato in rete, nazionale ed internazionale
Il SEV, pilastro sindacale svizzero
Il congresso SEV ha la bella tradizione di accogliere oratori esterni che, oltre a portare i saluti delle rispettive organizzazioni, allargano la prospettiva degli interventi.
Il primo intervento è stato di una persona ben nota: Paul Rechsteiner, presidente dell’Unione sindacale svizzera e perno inamovibile di tutta la politica sindacale. “Il SEV è il secondo maggior sindacato affiliato all’USS e costituisce un pilastro del sindacalismo svizzero“ ha affermato Rechsteiner porgendo i saluti dell’USS. In seguito, ha affrontato il tema della crisi economica, condannando lo zelo con il quale il Consiglio federale è intervenuto con importi da capogiro per risanare UBS, senza consultare in modo alcuno il popolo o i suoi rappresentanti, mentre si dimostra molto più reticente per quanto riguarda le rendite: «il nostro governo, che dovrebbe essere eletto per curarsi degli interessi pubblici, tenta in tutti i modi di sottrarsi alla necessità di finanziare in modo adeguato le casse pensioni delle aziende pubbliche, per esempio quella delle FFS. Non sono stati i ferrovieri a mettere la cassa in difficoltà. Questa responsabilità compete alla Confederazione, che ha voluto esternalizzarla.
Per combattere velocemente ed in modo efficace la crisi – ha continuato Rechsteiner – occorrono investimenti da parte dell’ente pubblico in progetti sensati (…). Il trasporto pubblico è uno dei punti di forza della nostra nazione e adesso abbiamo l’opportunità di migliorarlo ulteriormente, a tutto vantaggio della popolazione e della nostra economia per i prossimi decenni (…) Occorre però un cambiamento politico, che può avvenire solo a seguito della pressione esercitata dai noi sindacati e dalle forze che ci stanno vicino. La situazione straordinaria in cui ci troviamo richiede misure altrettanto straordinarie. Abbiamo pertanto indetto un’importante manifestazione per il prossimo 19 settembre a Berna. I sindacati hanno un compito molto importante, per svolgere il quale devono riacquistare peso ed importanza, non solo nell’interesse dei dipendenti, ma a favore dello sviluppo di tutta la società».
Il benessere dipende dal prodotto del lavoro
Il secondo intervento è stato di Alexander Kirchner, presidente di «Transnet», il sindacato dei ferrovieri tedeschi con il quale il SEV ha sempre avuto rapporti privilegiati. Anche in Germania, il Sindacato è preoccupato dall’evoluzione e dal progressivo invecchiamento degli effettivi, che impongono riflessioni anche di carattere strategico. Kirchner ha ricordato la necessità di considerare le esigenze del singolo e delle varie categorie professionali, tenendo presente che «non è possibile fare soldi con i soldi. Il benessere può essere garantito unicamente creando valore aggiunto tramite il lavoro». È pensabile che l’attuale crisi vada ad impoverire gli stati, ma le conseguenze non devono essere imputate ai lavoratori.
Laddove sparisce il trasporto pubblico, se ne vanno anche posti di lavoro
La parola è poi passata a Peter Vollmer, direttore dell’Unione dei trasporti pubblici, che ha ricordato come 45 anni fa, apprendista delle FFS, partecipava per la prima volta ad un congresso SEV in rappresentanza dell’organizzazione giovanile. Radici che non ha dimenticato, nonostante rappresenti ormai le aziende del trasporto pubblico che hanno in ogni modo numerose richieste in comune con il SEV. Egli si è per esempio impegnato, sia pure con un successo solo parziale, nella ricerca di una soluzione pratica e il più possibile vantaggiosa per il personale del problema delle FVP. Un altro punto importante è il collegamento delle regioni periferiche alla rete del trasporto pubblico, che permette di offrire posti di lavoro qualificati: «laddove sparisce il trasporto pubblico, se ne vanno anche posti di lavoro». Per mantenere la qualità del servizio e dei posti di lavoro, aziende e personale hanno un interesse comune ad impedire il dumping salariale. Il trasporto pubblico necessita per contro di maggiori mezzi per ottemperare ai suoi compiti, ampliare l’infrastruttura, estendere l’offerta ed eliminare oneri quali il risanamento delle casse pensioni.
Sindacati forti per un trasporto sostenibile
Gli interventi degli ospiti sono stati conclusi da David Cockroft, segretario generale della Federazione internazionale dei lavoratori dei trasporti ITF. In entrata, ha ricordato come il SEV sia uno dei membri più vecchi dell’ITF. Si tratta quindi per lui di una gioia potersi esprimere al suo congresso, anche perché è molto attaccato alla Svizzera, avendo vissuto sei anni a Ginevra, e ai suoi trasporti pubblici, che ha molto apprezzato in questo periodo.
L’ITF organizzerà il suo prossimo congresso l’anno venturo in Messico, riprendendo il tema del congresso della sua filiale europea ETF, che si terrà da 27 al 29 maggio alle Azzorre: «sindacati forti per un trasporto sostenibile». Nonostante l’attuale crisi economica, si sta facendo largo una presa di coscienza del problema delle emissioni di gas ad effetto serra e della necessità di una rete coordinata a livello mondiale dei trasporti pubblici, per realizzare la quale occorrono sindacati determinati ad ottenere posti di lavoro «verdi» con condizioni d’impiego interessanti.
I ferrovieri affiliati all’ITF non temono i cambiamenti. Al contrario, li sostengono nella misura in cui portano miglioramenti dell’offerta, ma negli ultimi anni sono piuttosto stati dettati dalla volontà di liberalizzazione, che ha comportato una precarizzazione del rapporto d’impiego e la destabilizzazione delle regole. Ne ha risentito la sicurezza del traffico ferroviario, sono stati soppressi posti di lavoro qualificati e le linee definite non redditizie sono state chiuse.
Secondo Cockroft, il SEV ha riconosciuto molto prima di altri le attuali necessità dei sindacati dei trasporti, quali l’apertura, oltre che ai ferrovieri, a tutti i lavoratori del settore. Un ulteriore motivo per auspicare un consolidamento dei rapporti tra SEV, ETF e ITF, che negli scorsi anni ha permesso, tra le altre cose, di organizzare manifestazioni congiunte.
pan