Simon Burgunder risponde
Le FFS necessitano di un prestito da Berna
Con la decisione del Consiglio degli Stati di accordare alle FFS un aiuto finanziario di 1,15 miliardi di franchi per le perdite nel traffico a lunga percorrenza dovute alla pandemia, il finanziamento a lungo termine delle FFS sembra sulla buona strada. Che cosa serve adesso?
Una risicata maggioranza di appena un voto si è espressa in favore dell’apporto unico di capitale. Questo permetterà di alleggerire la situazione finanziaria resa difficile dalle perdite sulla lunga percorrenza accumulatesi durante il lockdown. Il SEV approva la decisione perché la Confederazione, come proprietaria, deve assumere le sue responsabilità proprio nei periodi di crisi.
Da soli tuttavia questi soldi non basteranno a consolidare finanziariamente le FFS sul lungo termine. A tal fine, l’azienda dovrà poter continuare a beneficiare di prestiti agevolati della Confederazione. Se infatti le FFS potessero ottenere capitali aggiuntivi unicamente facendo capo a prestiti che vanno votati nell’ambito del bilancio federale ordinario, e che quindi sottostanno al freno all’indebitamento, le possibilità di finanziamento sarebbero massicciamente limitate. La progettualità sul lungo periodo sarebbe pregiudicata. Per tale ragione è importante che gli Stati, su questo tema, seguano il Consiglio nazionale e rinuncino a fissare un limite massimo.
Il SEV sostiene inoltre una riduzione, limitata nel tempo, del prezzo delle tracce per le FFS. Ciò tuttavia, solo se in contropartita viene assicurata la liquidità del fondo per l’infrastruttura ferroviaria, riversando totalmente nel FinFer la quota federale della tassa sui veicoli pesanti commisurata alle prestazioni e fissando a 300 milioni la riserva minima. Così facendo le FFS potranno essere rafforzate sul lungo termine, non con misure per ridurre i costi e ottimizzare l’efficienza sulle spalle del personale.
Simon Burgunder è il coordinatore della politica dei trasportsi del SEV.