Congresso 2015

Nuove proposte al congresso 2015

Alla scadenza del termine, il segretariato centrale del SEV aveva ricevuto 24 nuove proposte al congresso. Nel frattempo, una è stata ritirata, per cui ai 250 delegati saranno sottoposte 23 proposte che presentiamo qui di seguito, corredate dalla rispettiva motivazione (in corsivo), nonché dalla raccomandazione del comitato SEV.

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Cosa sarebbe il nostro congresso senza le proposte delle sezioni, sottofederazioni e commissioni? Impensabile, come sarebbe impensabile la democrazia svizzera senza iniziative e referendum. Queste proposte permettono ai membri della «base» di trasmettere direttamente al massimo organo del sindacato le proprie rivendicazioni.

Rispetto a due anni fa, il congresso avrà quindi da esaminare nove proposte in più. Alcune riguardano le FFS e toccano temi come stipendi, durata del lavoro, locali di pausa. Alcune proposte riguardano poi lo spinoso tema delle casse pensioni, mentre altre affrontano temi più generali quali la legge sulla durata del lavoro o l’imposizione fiscale delle FVP. Una, proveniente dal Ticino, si china sul problema del ritiro della patente per gli autisti di bus. Altre proposte si occupano di questioni interne al SEV, come le quote, le dispozioni di uscita o l’offerta ai migranti.

K15.001 – Sezione LPV Nordostschweiz

Trasparenza nell’evoluzione salariale delle FFS

L’evoluzione nell’ambito di tutte le scale salariali deve essere strutturata su 20 anni. La differenza tra il valore di base e il valore massimo deve quindi essere ripartita su 20 anni al massimo. Il suo valore medio deve corrispondere all’evoluzione salariale minima all’anno del salario. Questo valore medio considera anche la quota di esperienza del collaboratore o della collaboratrice.

Nella prossima edizione, la cifra 83.2 del CCL FFS dovrà essere corretta come segue:

L’aumento del salario dal valore di base a quello massimo non deve superare i 20 anni, a condizione che le esigenze per il posto siano soddisfatte.

Nella prossima edizione, la cifra 83.3 (punto 4) del CCL FFS dovrà essere corretta come segue:

  • della somma pattuita annualmente fra le parti contraenti comprende almeno la ventesima parte del valore medio di tutte le collaboratrici e di tutti i collaboratori che non hanno ancora raggiunto il valore massimo. Questo valore medio viene stabilito sulla base della differenza tra valore base e valore massimo della scala salariale ed è ripartito su al massimo 20 anni. Questa somma è prioritaria e viene ripartita fra gli aventi diritto con un rapporto stabilito.

Il CCL stabilisce che l’evoluzione salariale per chi parte dal minimo duri 20 anni, senza però garantirlo. L’evoluzione salariale constatata sino ad oggi evidenzia però come questo orizzonte temporale non sia realistico.

Estratto dal CCL, art. 83. 2: «L’aumento del salario dal valore di base a quello massimo non dovrebbe superare 20 anni.»

Estratto dal CCL, art. 83. 3: «Il salario individuale evolve in funzione

  • • (punto 4) della somma pattuita annualmente fra le parti contraenti per gli aumenti individuali del salario. Questa somma viene ripartita fra gli aventi diritto con un rapporto stabilito.»

Raccomandazione: il comitato SEV raccomanda di accettare la proposta e di trasmetterla alla conferenza CCL.

Proposta accettata


K15.003 – Commissione migranti SEV

Offerta di prestazioni per le/i migranti

Il SEV e le sottofederazioni sono invitati ad esaminare delle offerte di formazione indirizzate esplicitamente alle/ai migranti e di determinare quelle che favoriscono la loro integrazione e partecipa-zione. All’occorrenza, una collaborazione con altri sindacati ed istituzioni non è da escludere.

Le competenze delle/dei migranti influenzano considerevolmente la loro attitudine nell’ambito della partecipazione. L’interesse per la causa sindacale implica un sostegno ai membri attraverso offerte mirate.

Il comitato SEV raccomanda di accettare la proposta.

Proposta accettata


K15.004 – Commissione donne SEV

Alimentazione e approvvigionamento dei collaboratori e delle collaboratrici durante i giorni di lavoro irregolari

Il SEV cerca attivamente con i datori di lavoro una soluzione rapidamente applicabile sull’ approvvigionamento di collaboratori e collaboratrici impiegati in turni irregolari, laddove mancano ancora. Occorre tuttavia prestare attenzione affinché queste possibilità di approvvigionamento siano sempre disponibili e non solo dalle 7 di mattina alle 8 di sera.

In occasione di lunghi turni di lavoro con interruzioni, le pause adeguate per i pasti sono una condizione essenziale per la qualità sul posto di lavoro. Se queste possibilità mancano perché la mensa è chiusa o perché non c’è del tutto, collaboratori e collaboratrici devono portarsi appresso un pasto freddo e accontentarsi. Studi scientifici sull’alimentazione sottolineano lo stretto legame tra un’alimentazione sana e un lavoro di qualità; questo aspetto è parte integrante della prevenzione contro le malattie. Se un’alimentazione sana ed equilibrata manca, nelle aziende cresce il rischio di incidenti. Risparmiare sull’alimentazione è sbagliato.

In molti locali di pausa mancano attualmente le mense, le persone devono quindi andare al ristorante o al supermercato. Questa offerta può essere apprezzata quando queste strutture sono aperte, ma il discorso è ben diverso per collaboratori e collaboratrici che devono mangiare al di fuori degli orari di apertura o che sono confrontati con la chiusura settimanale dei ristoranti. La Svizzera non è una società all’americana, aperta 24 ore su 24 e 365 giorni all’anno. Dobbiamo fare i conti con questo aspetto. Per questa ragione ci vogliono soluzioni che siano condivise dalle persone direttamente interessate, che siano adeguate alle condizioni locali e che possano essere finanziariamente sostenibili da tutti. Non può esserci una soluzione globale perché le regioni e i luoghi, così come i bisogni e le abitudini, sono eterogenei. Ci vogliono pertanto soluzioni individuali a ogni situazione.

Il comitato SEV raccomanda di accettare la proposta.

  • In linea di massima, queste questioni sono di competenza delle commissioni del personale.
  • Negli ultimi anni, si riscontra però una tendenza alla riduzione del numero di ristoranti del personale e alla riduzione degli orari di apertura. L’ordinanza alla Legge sul lavoro prevede che il datore di lavoro deve mettere a disposizione un locale per la pausa e una possibilità di refezione.
  • Per questo motivo, il SEV dovrà impegnarsi unitamente alle commissioni del personale per migliorare questa situazione.

Proposta accettata


K15.005 – Commissione donne SEV

Zone di riposo e di rilassamento nei locali di pausa dei collaboratori e delle collaboratrici senza funzione dirigente

Il SEV chiede ai datori di lavoro di offrire, nei locali di pausa, zone di riposo e di rilassamento migliori. Per raggiungere questo scopo non occorrono grandi modifiche. Basta una separazione acustica tra lo spazio per mangiare e la zona di riposo. Questa misura migliorerà il benessere, rafforzerà la concentrazione e ridurrà fortemente lo stress.

Gli studi più recenti indicano che il 24,8% dei collaboratori e delle collaboratrici sono quotidiana-mente stressati sul loro posto di lavoro, poiché il carico del lavoro è maggiore rispetto alle risorse a disposizione. In Svizzera questo permanente eccesso di carico genera annualmente circa 68 miliardi di franchi in costi della salute, di cui 5,6 miliardi legati alle malattie psichiche. Secondo un recente studio del 2014 sull’indice di stress sul posto di lavoro, sono soprattutto toccati i collaboratori e le collaboratrici tra i 24 e i 54 anni. In altre parole, la maggioranza assoluta di lavoratori e lavoratrici, di cui soprattutto chi non esercita una funzione dirigente. Ossia, l’immensa maggioranza dei dipendenti, dal momento che questo problema non riguarda i piani alti.

Ogni anno 1,5 miliardi di franchi vengono investiti nella prevenzione e nella salute. Un importo esiguo rispetto ai costi della salute menzionati, di 24, 8 miliardi, rispettivamente 5,6 miliardi di franchi.

Se occorre aiutare collaboratori e collaboratrici nel risparmio di costi di esercizio, allora c’è un potenziale enorme. Il management della salute, già esistente in numerose aziende, deve essere ottimizzato, ossia con collaboratori e collaboratrici per collaboratori e collaboratrici. Un passo importante per raggiungere tale scopo, è di concretizzare rapidamente la promessa di zone di riposo e di rilassamento per collaboratori e collaboratrici senza funzione dirigente poiché, contrariamente ai piani alti, queste offerte non sono ancora state né proposte né concretizzate per gli altri dipendenti.

Il comitato SEV raccomanda di accettare la proposta.

  • Nell’ambito dell’obbligo di assistenza, il datore di lavoro è tenuto a fare tutto il possibile per tutelare la salute dei dipendenti e a tralasciare tutto quanto potrebbe nuocerle. I provvedimenti a tutela della salute devono essere adeguati, ma anche ragionevoli. Creare quindi degli spazi di riposo e di svago all’interno dei locali di pausa, non può generare un onere sproporzionato.

Proposta accettata


K15.006 – Commissione giovanile SEV

Quote dei membri del SEV e delle sottofederazioni in base al reddito

Il congresso da mandato al comitato SEV di mettere in vigore quote calcolate in base al reddito, sia per il SEV, sia per le sottofederazioni, a partire dal 2016.

La Commissione giovanile chiede che le quote dei membri, in segno di solidarietà in seno al SEV, siano calcolate sulla base del reddito. Con questa misura, si alleggerirebbe la situazione finanziaria dei giovani, che già ricevono stipendi inferiori. Una differenza minore tra la quota di membro e il contributo alle spese di applicazione ridurrebbe le resistenze nei confronti dell’adesione di nuovi membri. In tal modo, ognuno verserebbe una quota al SEV, adeguata al suo reddito. Altri sindacati già applicano questo principio e non hanno avuto problemi. Per questi motivi, vi raccomandiamo di approvare la nostra proposta.

Il comitato SEV raccomanda di respingere la proposta.

  • L’introduzione di questa norma è già stata verificata a fondo nel 2011 e poi respinta. Anche riconsiderandola oggi, gli svantaggi sono molto più consistenti dei vantaggi.
  • La soluzione proposta è molto più complessa, impegnativa e soggetta ad errori di quella attuale. Quello che a prima vista appare una proposta semplice da applicare, comporta invece una ristrutturazione molto spinta dell’attuale procedimento di conteggio. Dovremmo svolgere investimenti supplementari a sei cifre con uscite d’esercizio notevolmente superiori a quelle attuali. Tutto ciò, in un periodo in cui tentiamo di contrastare tendenze sfavorevoli (interessi dello 0%, decessi dei membri) con dolorose misure di risparmio.
  • Se dovessimo realizzare questa proposta in modo neutrale dal punto dei vista dei costi, quindi senza perdere introiti, dovremmo compensare le minori entrate dovute alla riduzione di quota a certe categorie di membri con aumenti di quota presso i membri che guadagnano di più. Non siamo però in grado di sapere fino a che punto questi membri opereranno considerazioni basate sulla solidarietà. Il rischio che andremmo ad irritare una considerevole parte di membri è consistente e che li andremmo poi a perdere, altrettanto.

Proposta respinta


K15.007 – Sezione LPV Ticino

Giorni di riposo e di compensazione

Il SEV si adopera per modificare la legge sulla durata del lavoro (LdL) in modo che l’inizio e la fine dei giorni di riposo e di compenso vengano fissati alle 00.00, rispettivamente alle 24.00.

La LdL prescrive solo la durata dei giorni di riposo e di compenso, ma non quando iniziano e finiscono. Nel mondo dei trasporti in preda alle liberalizzazioni, questo margine di manovra viene utilizzato dalle aziende per pianificare nell’ultimo giorno lavorativo ancora un turno notturno con una fine servizio che può andare anche fino alle 05.00 nel giorno di libero: in una situazione del genere questo praticamente viene raccorciato di una mezza giornata. Per godere interamente dei giorni di libero diventa di fondamentale importanza fissare nella legge l’ora alla quale questi cominciano e finiscono.

Il comitato SEV raccomanda di respingere la proposta.

  • Non è possibile modificare le disposizioni sui giorni liberi in modo che vengano considerati tali solo se questi contemplano un intero giorno di calendario. Tutta la Legge sulla durata del lavoro è concepita in modo che un giorno di lavoro sia composto da un turno di lavoro e da un turno di riposo e il giorno di riposo da un turno di riposo seguito da 24 ore filate. Il giorno di compensazione comprende 24 ore e deve essere attribuito assieme ad un giorno di riposo.
  • L’adeguamento richiesto renderebbe impossibile la distribuzione, quando il turno di riposo viene prolungato e di conseguenza potrebbero essere attribuiti meno giorni di lavoro. Il prolungamento del turno di riposo è senz’altro da sostenere, ma non può essere ottenuto in questo modo.

Proposta accettata


K15.008 – Sezione ZPV Lucerna

Cassa pensione FFS: introduzione di un fattore di rivalutazione secondo il modello AVS

Quale compensazione per la costante riduzione di valore del capitale di vecchiaia degli assicurati attivi della Cassa pensioni FFS, a seguito della diminuzione del tasso di conversione, del taglio degli interessi e degli interessi minimi, si deve introdurre un fattore di rivalutazione, come avviene per l’AVS. I costi supplementari devono andare a carico delle FFS.

I contributi versati 30 e più anni fa al secondo pilastro hanno subito una consistente perdita di valore, a seguito del rincaro accumulato negli anni. Gli interessi versati sugli averi di vecchiaia hanno compensato solo in parte questa tendenza.

Al momento del pensionamento, il calcolo della rendita fa risultare una grossa perdita di potere d’acquisto. Il fattore di rivalutazione, modulato in base all’età e agli anni di servizio, può compensare, almeno in parte, questa perdita.

Il comitato SEV raccomanda di accettare la proposta per esame.

  • La fattibilità della proposta deve essere verificata.

Proposta respinta


K15.009 – Sezione ZPV Lucerna

Tavola delle generazioni della Cassa pensioni FFS

Si deve intervenire senza indugio sui rappresentanti dei lavoratori nel consiglio di fondazione della CP/FFS, affinché non si adotti la tavola delle generazioni per il calcolo dell’aspettativa di vita.

Diversamente dalla tavola dei periodi, quella delle generazioni considera l’attuale mortalità di una generazione, come pure la diminuzione della stessa in futuro (aumentata speranza di vita).

Con la tavola delle generazioni si considera soltanto un comportamento matematico su un settore assicurato. Detto in altre parole: la Cassa pensioni si mette al di sopra di Dio e ci vuole dire quanto a lungo vivrà una determinata classe d’età.

In questo modello non vengono tenuti in considerazione fattori come carichi ambientali o aumentata pressione sul lavoro. La tavola delle generazioni non è altro che un trucco, poiché il fabbisogno in capitale risulta essere maggiore che quello della tavola dei periodi. Un accresciuto fabbisogno che porta ad un influsso negativo sul grado di copertura della cassa pensione.

Il comitato SEV raccomanda di respingere la proposta.

  • L’introduzione delle tavole generazionali è stata decisa dal consiglio di fondazione nel dicembre 2014. Il SEV aveva in precedenza tentato di impedire la loro introduzione nell’ambito delle trattative sulle misure di stabilizzazione della CP FFS, purtroppo senza successo.

Proposta respinta


K15.010 – Sezione ZPV Lucerna

Introduzione in tempi celeri del modello di pensionamento Priora

Il modello di pensionamento Priora deve essere introdotto in tempi celeri al fine di permettere al personale di poter beneficiare del tasso di conversione più alto e la presa a carico della rendita ponte da parte delle FFS dell’80%.

Al fine di poter beneficiare del tasso di conversione del 5,848% bisogna dimissionare dalle FFS al più tardi per il 30.11.15 (primo versamento della pensione in dicembre 2015 con il tasso di conversione attuale).

Di conseguenza, il modello di pensionamento Priora deve essere introdotto prima di questo cambiamento, invece dell’1.5.16 come previsto.

Il comitato SEV raccomanda di respingere la proposta.

  • Tramite le misure di stabilizzazione negoziate, non è stato possibile evitare la minaccia di riduzione delle rendite di Cassa pensioni derivanti dalla riduzione del tasso di conversione prima dell’entrata in vigore di Priora. Questa proposta non è quindi più giustificata.

Proposta respinta


K15.011 – Sezione ZPV Lucerna

Trattativa sulla situazione finanziaria della Cassa pensioni FFS e le nuove misure di risanamento decise.

Si sollecita il SEV ad intavolare immediate trattative con il Dipartimento federale delle finanze e il DATEC sulla situazione finanziaria della Cassa pensioni e le nuove misure di risanamento che dovranno essere applicate dall’1.1.2016.

La Confederazione, in qualità di proprietaria e azionista unica delle FFS SA, ha un dovere morale verso le collaboratrici e i collaboratori delle FFS. Non basta che negli obiettivi strategici del Consiglio federale, venga richiesta all’azienda una politica del personale progressista e socialmente responsabile. Queste aspettative devono rispecchiarsi anche nelle relazioni di lavoro.

Il comitato SEV raccomanda di respingere la proposta.

  • Per evitare riduzioni di prestazioni derivanti dall’adeguamento delle basi tecniche della CP FFS, il SEV ha negoziato con le FFS in un primo tempo misure di accompagna-mento (trattative salariali) e in secondo tempo misure di stabilizzazione (convenzione separata).

Proposta respinta


K15.012 – Sezione VPT Sottoceneri e conferenza Bus-GATU

Revoca della licenza di condurre per autisti professionisti

La sezione VPT Sottoceneri e la conferenza di settore Bus-GATU chiedono al segretariato centrale SEV di verificare le possibilità, rispettivamente di intraprendere i passi necessari, affinché gli autisti di bus a cui, per infrazioni alla legge sulla circolazione commesse durante la vita privata è stata ritirata la licenza di condurre, possano continuare la loro attività professionale.

Ciò permetterebbe di evitare loro ripercussioni, spesso anche molto pesanti, sul posto di lavoro, che possono giungere sino alla messa in discussione del rapporto di lavoro.

Negli ultimi mesi, le norme legali per la circolazione stradale vengono applicate con rigore crescente, che porta con maggior frequenza al ritiro, per periodi più lunghi rispetto al passato, della licenza di condurre.

Questo provvedimento, per un autista di bus, ha una portata che va molto oltre a quella del cittadino comune, confrontato solo con limitazioni della propria vita privata. Per l’autista di bus, infatti, dalla licenza di condurre dipendono anche le condizioni economiche, dato che la revoca può compromettere il suo rapporto di lavoro. Da questo punto di vista, a parità di infrazioni, va rilevato come gli autisti di bus debbano subire una pesante discriminazione.

Questa discriminazione esiste anche nei confronti dei conducenti degli altri veicoli del trasporto pubblico (macchinisti, piloti di battello o di navigazione), la cui funzione professionale non viene rimessa in discussione in caso di revoca della licenza di condurre di un veicolo stradale.

Il periodo in cui l’autista al quale è stata revocata la licenza non può essere impiegato nella sua funzione grava spesso sull’esercizio di tutta l’azienda e, di riflesso, su altre colleghe e colleghi, chiamati a sostituire il o la collega mancante. In altre nazioni europee, la revoca della licenza di condurre non preclude necessariamente la possibilità di condurre bus a livello professionale, a condizione di disporre di una «licenza di abilitazione alla guida». Una simile disposizione sarebbe auspicabile anche nel nostro paese. Chiediamo quindi al SEV di fare quanto in suo potere per rimediare a questa situazione che, per le ragioni qui esposte, pone con crescente frequenza problemi agli autisti di bus.

Il comitato SEV raccomanda di accettare la proposta per esame.

  • Risulta difficile da motivare che il ritiro della patente di un veicolo privato non abbia conseguenze per la guida professionale di un autista. A livello della legge sulla circola-zione stradale non vi sono quindi, nell’ottica della commissione direttiva, possibilità promettenti di poter ottenere una simile modifica.
  • Sarebbe quindi molto più opportuno cercare di ottenere una regolamentazione a livello del CCL per evitare il licenziamento dell’autista che è incorso in un errore.

Proposta accettata


K15.013 – Sezione AS Ticino

Valore fiscale dell’abbonamento generale FVP

È richiesto al SEV di intervenire presso le istanze competenti:

  • per ridurre il valore fiscale dell’abbonamento generale FVP
  • per adattare il numero di viaggi di servizio necessari all’esenzione fiscale al grado di occupazione.

Il valore fiscale attuale dell’ abbonamento generale FVP di 2a classe è di CHF 2485, quello di 1a è di CHF 4640. L’imposizione fiscale è troppo elevata, non corrisponde al beneficio che può trarre la maggioranza dei collaboratori.

Ai collaboratori che lavorano a tempo parziale, per beneficiare dell’esenzione fiscale, è richiesto di effettuare lo stesso numero di viaggi di servizio (40) come a chi lavora a tempo pieno.

Oltre alle maggiori imposte vengono dedotti dallo stipendio i contributi sociali (AVS, AI, AD) del 7,46 % calcolati sul valore fittizio dell’AG.

L’AG serve principalmente a tre scopi:

  • i viaggi di servizio: si possono dedurre dal reddito imponibile
  • i viaggi dal luogo di domicilio al luogo di lavoro: si possono dedurre dal reddito imponibile
  • i viaggi privati.

Il numero di viaggi di natura privata che ogni collaboratore/collaboratrice effettua ovviamente varia, ma riteniamo che la stragrande maggioranza non effettua viaggi a sufficienza per raggiungere il valore fiscale e di conseguenza godere del beneficio.

Per dare un’idea, ogni collaboratore/collaboratrice in un anno dovrebbe viaggiare nel tempo libero tra Bellinzona e Zurigo 44,5 volte in 2a classe e 46,5 volte in 1a classe.

Il comitato SEV raccomanda di accettare la proposta.

  • Attualmente, tra UTP e rappresentanti della conferenza svizzera delle imposte (CSI) sono in corso trattative che riguardano precisamente i punti citati dalla proposta e che dovrebbero poter esser applicati per il 2016.
  • Il SEV è in contatto con l’UTP e le ha comunicato le sue aspettative che riprendono quelle della proposta. Nelle questioni fiscali, il SEV non è coinvolto direttamente e non può quindi condurre trattative con la CSI.

Proposta accettata


K15.014 – Sezione AS Berna

Proposte di indennità in caso di assenza per intervento all’ esterno - gestione degli eventi

Collaboratrici e collaboratori della gestione degli eventi percepiscono l’indennità per gli interventi all’esterno in base al CCL, appendice 7, articolo 4, punto 6. In questo modo collaboratrici e collaboratori della gestione degli eventi sarebbero allo stesso livello del personale viaggiante.

Collaboratrici e collaboratori del servizio interventi-gestione degli eventi della Divisione infrastruttura, sono «il prolungamento del braccio» delle centrali di esercizio in caso di evento. Per questo lavoro sono equipaggiati di un veicolo a motore, allo scopo di raggiungere il più rapidamente possibile il luogo dell’ evento dopo un allarme. Nel resto del tempo, il personale della gestione degli eventi, svolge lavori di qualità e di controllo nelle stazioni situate nel loro settore di intervento. Ciò significa che questo personale è sul proprio luogo di servizio solo all’entrata in servizio e alla fine del servizio.

Il comitato SEV raccomanda di accettare la proposta e di trasmetterla alla conferenza CCL.

  • La richiesta deve essere ripresa nelle prossime trattative sulle BAR.

Proposta accettata


K15.015 – Sezione AS centro

Modifica del procedimento per dimissioni dal SEV

Noi chiediamo la seguente modifica dell’articolo 6 degli Statuti SEV:

Articolo 6 – Dimissioni

6.1 Le dimissioni possono essere inoltrate unicamente per la fine di un mese, con un termine di disdetta di tre mesi. Le dimissioni devono essere inviate con lettera raccomandata al segretariato centrale SEV, ad eccezione dei membri della PV, che devono inviare le dimissioni alla sezione competente.
6.2(…)
6.3Se un membro lascia il settore organizzativo del SEV (articolo 2) può rassegnare le dimissioni per la data di uscita dal settore organizzativo, osservando un periodo di disdetta di tre mesi.

Il passaggio ad un altro sindacato dell’USS può avvenire in ogni tempo all’inizio di un mese.

Le disposizioni attuali, che prevedono sei mesi di preavviso per la fine di un anno civile, non sono più adeguate.

Molti collaboratori e collaboratrici, soprattutto giovani hanno contratti con termini di disdetta di tre mesi.

La riduzione del termine di disdetta da sei a tre mesi dà al SEV maggiore flessibilità ed un ulteriore buon argomento per aderire al SEV.

Il comitato SEV raccomanda di respingere la proposta.

  • Questa proposta non è nell’ interesse del SEV, né risolve alcuno degli attuali problemi. Vi sono due casi possibili; un membro che cambia posto di lavoro all’interno del settore, e quindi noi vogliamo mantenerlo come membro e non siamo quindi d’accordo di prevedere un termine di disdetta ridotto, oppure il membro che lascia il servizio dei trasporti e ha un termine di disdetta di tre mesi.
  • L’adeguamento della cifra 6.3 non ha senso perché non chiarisce se la data di differimento contempla i tre mesi di disdetta oppure è da considerare quella dell’uscita.

Proposta respinta


K15.016 – Sezione VPT TL

Età limite per la guida professionale degli autobus di linea e pullman da turismo

La proposta concernente l’età minima dei conducenti di autobus di linea e di pullman da turismo (K09.011) non è ancora stata trattata dalle istanze della politica dei trasporti, ragion per cui la nostra sezione intende riproporla. Chiediamo l’introduzione dell’età limite (massima) nel trasporto professionale delle persone per i permessi di autobus e pullman. L’età limite dovrebbe corrispondere all’età legale della pensione.

La sezione SEV-VPT-tl chiede:

  • che il SEV faccia di tutto per inserire nella legge un’età limite per la guida professionale degli autobus e i pullman per il trasporto di persone;
  • che il SEV intervenga in questo senso anche nei CCL, affinché anche qui il limite di età venga sancito.

Scopo: introdurre nella legge della circolazione stradale l’età limite per l’esercizio del trasporto professionale di persone con il permesso di autobus e pullman. Ciò per completare le visite mediche periodiche che mirano a garantire il trasporto delle persone nelle migliori condizioni possibili.

  • Completare le misure volte a garantire la sicurezza del trasporto di persone in complemento alle visite mediche periodiche, attraverso un limite di età relativo all’uso del permesso autobus e pullman.
  • Evitare il prolungamento dell’attività di guida professionale al di là del ragionevole, come spesso accade per ragioni economiche.
  • Evitare il dumping salariale da parte delle aziende poco scrupolose, che assumono conducenti in pensione con tassi orari inferiori e su chiamata; in questo modo le aziende approfittano della situazione di precarietà di certe persone.
  • Favorire l’ingresso di nuove persone e/o giovani conducenti nel mondo del lavoro; misura che avrebbe anche come conseguenza la diminuzione della disoccupazione.

Il comitato SEV raccomanda di accettare la proposta.

Proposta accettata


K15.017 – Sezione VPT CGN

Gratuità della quota dopo i 55 anni di adesione al SEV

Chiediamo di modificare l’articolo 3.7 del regolamento sulle quote del SEV come segue:

3.7 Sono membri onorari tutti i membri a partire dall’anno in cui compiono i 90 anni o che hanno compiuto 55 anni di affiliazione al SEV. Essi non pagano i contributi.

Una lunga affiliazione non deve tenere conto solo dell’età effettiva, ma deve prendere anche in considerazione la durata contributiva. In questo modo le persone che si sono affiliate al SEV da giovani restandogli fedele, possono essere ricompensate. È chiaro che questa modifica riguarderebbe pochi membri, ma sarebbe molto apprezzata come segno di riconoscimento.

Il comitato SEV raccomanda di respingere la proposta.

  • A beneficiare di questa esenzione dalla quota sarebbero circa 8000 membri, con costi di conseguenza molto elevati.
  • La situazione finanziaria del SEV non permette di far fronte a questa esenzione.

Proposta respinta


K15.018 – Sezione LPV Engadina-Bernina e LPV Land- quart

Programma adattato ai trasporti pubblici come base per la valutazione delle funzioni

Il SEV si impegna affinché programmi adattati ai trasporti pubblici fungano da base per le prossime valutazioni delle funzioni. I programmi e i metodi di giudizio che stabiliscono profili professionali inadatti, in particolare per ciò che concerne le professioni di monopolio nei trasporti pubblici, devono essere respinti.

Se necessario i programmi devono essere sviluppati da parte dei sindacati stessi.

I programmi attuali coprono la maggior parte delle aziende e sono obiettivi.

Per le professioni di monopolio ferroviarie specifiche, non sono per contro adatti e non tengono sufficientemente conto di tutti gli aspetti. Esempio: come criterio responsabilità viene riportato il termine «subordinato». Ma nelle professioni legate alla sicurezza nei trasporti pubblici, ad esempio per gli autisti, i macchinisti, gli impiegati della manovra, i responsabili della circolazione dei treni e molte altre categorie, molti altri delicati aspetti sono da prendere in considerazione. Infatti, parecchie persone sono toccate da aspetti legati alla sicurezza. Questi, non sono stati presi in considerazione sufficientemente.

Il SEV s’impegna al fine di adattare ai tempi questi aspetti in modo che vengano rappresentati obiettivamente i rispettivi settori.

Le esperienze fatte presso le ferrovie retiche nel 2008, hanno mostrato che i metodi di giudizio utilizzati allora (e ancora oggi) comportano delle importanti lacune. Ci sono molti altri esempi che vanno in questo senso. Una collaboratrice o un collaboratore con rilevanti attività in ambito sicurezza, è subito oggetto di una procedura giudiziaria in caso di errore e viene licenziato. Questo non viene però preso in considerazione quando si tratta di misurare «il valore» di una funzione.

Il comitato SEV raccomanda di accettare la proposta per esame.

  • Il SEV reputa che anche se le intenzioni sono lodevoli, auspicabili e che richiedono misure sempre più necessarie, chiedere ai sindacati di elaborare un tale sistema, non rientra nelle loro competenze e responsabilità.
  • La commissione direttiva pensa che se la rivendicazione è formulata nel senso di richiedere che l’Unione dei trasporti pubblici UTP definisca una carta dei mestieri nel settore ferroviario che metta il peso sulle competenze in ambito della sicurezza e in seguito un sistema di valutazione delle funzioni correlato, allora possiamo accettarla con la consapevolezza che difficilmente sarà realizzata con l’attuale mentalità.
  • Se vogliamo davvero realizzare questa rivendicazione, è imperativo che mettiamo in campo in seno al SEV risorse adeguate, qualitative e quantitative per definire un simile sistema.

Proposta accettata


K15.019 – Sezione VPT BLS, pensionati

Adeguamento della regolamentazione per le dimissioni negli statuti SEV dei membri pensionati VPT

La sezione chiede che l’articolo 6.1 degli statuti SEV sia completato come segue:

6.1Le dimissioni possono essere inoltrate unicamente per la fine dell’anno civile, con un termine di disdetta di sei mesi; (art. 70 CCS), inviate con lettera raccomandata al segretariato centrale SEV, ad eccezione dei membri della sottofederazione PV e dei membri pensionati della sottofederazione VPT, che devono inviare le dimissioni alla sezione competente.

La regolamentazione attuale delle dimissioni per i membri SEV pensionati della VPT è insoddisfacente e complicata. In genere, si tratta di membri che hanno fedelmente versato i loro contributi fino ad oltre i sessant’anni e che adesso sono semplicemente stanchi. I motivi delle dimissioni sono spesso variati: vedove di ex-membri attivi, malattie, acciacchi vari, la volontà di regolare le questioni in sospeso, dimissioni inoltrate dai servizi sociali dei comuni per chi beneficia di prestazioni sociali oppure dai parenti dei pensionati, ecc.

I singoli gruppi, rispettivamente, le sezioni, conoscono al meglio le condizioni in cui si trovano i membri pensionati e possono quindi risalire ai motivi delle dimissioni. Questo adeguamento degli statuti SEV permette loro anche di venir meno, in certe contingenze, ai termini di dimissione previsti. I principi per disdire l’adesione al SEV previsti dagli statuti SEV sono comunque da tenere in debito conto.

Il comitato SEV raccomanda di accettare la proposta.

  • La proposta colma una lacuna parificando i pensionati della VPT a quelli della PV.

Proposta accettata


K15.020 – Sottofederazione AS, commissione centrale

Evitare svantaggi fiscali per l’abbonamento generale (AG) FVP dopo un divorzio

Il SEV deve attivarsi affinché le autorità fiscali, in caso di divorzio, non attribuiscano lo sconto imponibile dell’AG FVP dei figli unicamente al reddito del collaboratore o della collaboratrice FFS avente diritto, ma che questo venga ripartito in modo proporzionale ad entrambi i genitori.

L’attuale prassi delle autorità fiscali penalizza collaboratrici e collaboratori divorziati, in quanto lo sconto viene imposto solo a loro.

Il comitato SEV raccomanda di respingere la proposta.

  • Il SEV non è in grado di applicare direttamente questa proposta in quanto la competenza per la fissazione delle imposte e delle trattenute è dei singoli cantoni.

Proposta accettata


K15.021 – Sottofederazione AS, commissione centrale

Più equità fiscale per l’abbonamento generale (AG) FVP

Il SEV si impegna presso le FFS, l’Unione dei trasporti pubblici e l’amministrazione federale delle imposte per fare in modo che il numero dei tragitti di servizio necessari per ottenere un esonero d’imposta per l’AG FVP venga ridotto da 40 a 25 viaggi di servizio.

I collaboratori delle FFS e il personale delle imprese concessionarie di trasporto, come pure i pensionati, sono confrontati da anni con problemi ricorrenti relativi all’imposizione fiscale FVP; e sono pure delusi per il deterioramento delle prestazioni. Molti membri sono scontenti a causa dell’imposizione fiscale delle facilitazioni di viaggio FVP.

Bisogna concedere un esonero fiscale già dopo 25 viaggi di servizio per anno, altrimenti è troppo difficile per i collaboratori delle FFS ottenere questo esonero. Un esonero dell’imposta è giustificato in quanto si tratta di viaggi di servizio. Senza la FVP, le FFS dovrebbero rimborsare al loro personale i tragitti effettuati.

Il comitato SEV raccomanda di accettare la proposta.

  • Attualmente, tra UTP e rappresentanti della conferenza svizzera delle imposte (CSI) sono in corso trattative che riguardano precisamente i punti citati dalla proposta e che dovrebbero poter esser applicati per il 2016. Il SEV è in contatto con l’UTP e le ha comunicato le sue aspettative che riprendono quelle della proposta.
  • Nelle questioni fiscali, il SEV non è coinvolto direttamente e non può quindi condurre trattative con la CSI.

Proposta accettata


K15.022 – Sottofederazione AS, commissione centrale

Riduzione del contributo dei membri in caso di formazione ulteriore a lato della pro-fessione

La commissione centrale AS chiede al congresso SEV di completare l’articolo 3 del Regolamento sui contributi SEV nel modo seguente:

3.8 Membri fino ai 30 anni, che seguono una formazione ulteriore a lato della propria professione riducendo la durata del lavoro e con un grado di impiego di oltre il 50%, pagano al massimo la metà del contributo di membro.

Il SEV ha dovuto lamentare negli ultimi anni alcune dimissioni motivate dal fatto che il contributo richiesto a questi membri uscenti che seguono una formazione oppure uno studio è troppo elevato. Essi devono infatti far fronte a spese molto alte, dovute a tasse di iscrizione, spese materiali oltre che a perdite salariali e di indennità che spesso compromettono la loro situazione finanziaria. Essi devono comunque far fronte a spese per l’abitazione, la cassa malati, le imposte, ecc.

Siamo del parere che valga la pena, rispettivamente sia molto più sostenibile, mantenere questi membri che durante questo periodo relativamente breve pagano una quota inferiore, piuttosto che perderli definitivamente a seguito di dimissioni.

Il comitato SEV raccomanda di accettare la proposta.

  • La proposta è oggettivamente condivisibile e opportuna.
  • Una precisazione dei suoi limiti ne migliorerebbe l’applicazione: la formazione deve durare oltre un anno e il membro per seguirla deve ridurre il suo grado di occupazione a meno dell’80%.

Proposta accettata con modificazioni


K15.023 – Sottofederazione AS, commissione centrale

Rappresentanza forte di lavoratrici e lavoratori nel consiglio di fondazione della Cassa pensioni FFS

In occasione delle prossime elezioni del consiglio di fondazione della Cassa pensioni FFS, il SEV rinuncerà a far parte di una lista congiunta con la comunità di trattative (VSLF, transfair) presentando una lista propria.

Il SEV mantiene il principio del voto proporzionale, ma si oppone ad un’eventuale modifica del regolamento elettorale che assicuri alla comunità di trattative una rappresentanza fissa indipendente dal numero di membri e al grado di organizzazione dei sindacati.

Il SEV si impegna anche affinché in futuro possano continuare ad essere eletti anche i «non assicurati» ossia segretari sindacali, oppure specialisti esterni quali rappresentanti di lavoratrici e lavoratori.

Gli ultimi anni hanno dimostrato come la comunità di trattative, contrariamente a quanto avviene nelle trattative per il CCL, in occasione di decisioni che riguardano il consiglio di fondazione della CP FFS, non prenda una posizione unitaria. Un singolo voto divergente da parte di un rappresentante di lavoratrici e lavoratori può compromettere gravemente la rappresentanza degli interessi dei membri SEV. Per poter fronteggiare in modo compatto la rappresentanza dei datori di lavoro nel consiglio di fondazione delle CP FFS, opponendosi a ulteriori future riduzioni di prestazioni, rispettivamente negoziare buone condizioni, occorre una rappresentanza del SEV affidabile, coerente e compatta.

Un consiglio di fondazione composto unicamente da membri del SEV, è giustificabile in ogni modo sulla base del numero dei membri e del grado di organizzazione.

Il comitato SEV raccomanda di accettare la proposta per esame.

  • La richiesta deve essere trattata dal comitato SEV.

Proposta accettata con modificazioni


K15.024 – Sottofederazione AS, commissione centrale

Applicazione conforme alla legge della registrazione del tempo di lavoro

Il SEV chiede alle FFS di verificare la conformità alla legge della registrazione del tempo di lavoro ed esige uno stretto rispetto della legge dell’articolo 46 della Legge sul lavoro (Ll), rispettivamente dell’articolo 73a dell’Ordinanza alla Ll (considerato anche il progetto di nuova ordinanza che dovrebbe entrare in vigore nell’ ottobre del 2015). Il SEV deve concordare una regolamentazione chiara e vincolante quale complemento dell’attuale CCL e una verifica della prassi finora seguita dalle FFS, che non risulta conforme alla legge.

Secondariamente, il SEV deve evitare che i nuovi modelli di pensionamento vengano aggirati dal previsto allentamento delle norme per la registrazione del tempo di lavoro presso alcuni livelli di esigenza.

Da alcuni anni presso le FFS si può costatare come la registrazione del tempo di lavoro non sia più conforme alle norme di legge. Vi sono sempre più collaboratrici e collaboratori al di sotto del livello di esigenza K che vengono messi sotto pressione affinché rinuncino «volontariamente» alla registrazione del tempo di lavoro e gli svantaggi che ne derivano. Spesso, viene svolta anche un’enorme pressione da parte del gruppo, dove i superiori mettono i loro dipendenti l’uno contro l’altro. Tutte queste norme poco chiare devono essere riviste alla luce della revisione dell’art. 73a dell’Ordinanza alla Ll e rinegoziate di conseguenza.

Il comitato SEV raccomanda di accettare la proposta.

  • Le discussioni sul rilievo del tempo di lavoro nell’ambito della Legge sul lavoro rendono necessarie nuove discussioni tra SEV e le FFS sulle normative del tempo di lavoro.

Proposta accettata