Approvati i testi di orientamento sulla politica sociale e sulla protezione della salute e della sicurezza sul lavoro

Il futuro deve essere sociale

Stabilità delle pensioni, rafforzamento della sicurezza sociale, qualità della vita e della salute, diritti delle donne: un coro di voci per sottolineare che in una Svizzera ricca deve crescere anche la giustizia.

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È toccato a due presidenti ricordare che questa Svizzera ricca è sempre più ingiusta. Giorgio Tuti, alla guida del SEV, e Paul Rechsteiner, numero uno dell’Unione sindacale svizzera (USS), sono stati chiarissimi: in questo nostro Paese i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi. Così, in una società dai capelli sempre più bianchi, la previdenza vecchiaia assume un ruolo centrale: tutti devono poter beneficiare di pensioni dignitose, tutti devono poter contare su uno Stato sociale con la mano tesa nei confronti di chi ha lavorato tutta una vita senza avere un solo regalo dal cielo. Ecco dunque l’importanza di ridistribuire la ricchezza e di garantire una buona previdenza vecchiaia rafforzando l’AVS, come del resto previsto nel testo di orientamento sulla politica sociale del SEV approvato dal Congresso.

La voce delle donne e la solidarietà degli uomini

Presentate dal segretario sindacale Vincent Brodard, le visioni di fondo del SEV – con forte accento sull’iniziativa popolare AVSplus – non cambiano rispetto al documento programmatico votato due anni fa. Anzi si rafforzano prendendo posizione contro il progetto «Previdenza vecchiaia 2020».

«Un progetto – ha spiegato la delegata Nani Moras – che penalizza ulteriormente le donne. Si tratta di un ennesimo smantellamento delle conquiste sociali sulle spalle delle donne. Noi non ci stiamo e vogliamo che il congresso si esprima in modo molto chiaro contro l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne. Già ora le lavoratrici continuano a subire una scandalosa disparità salariale che incide negativamente anche sulle rendite pensionistiche. La Costituzione federale – ha sottolineato Moras – sancisce l’uguaglianza. La Costituzione federale afferma che chi va in pensione deve potere vivere mantenendo un tenore di vita decoroso. Solo rafforzando il primo pilastro con AVSplus ci avvicineremo a questa soglia. Non certo con la riforma previdenziale del Consiglio federale». Una posizione, quella contro l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne, che deve essere integrata nella posizione programmatica del SEV.

Pieno appoggio è giunto da due tenori della VPT, primo fra tutti il presidente centrale Gilbert D’Alessandro che ha invitato tutti a contrastare il progetto Berset e ad accettare la richiesta di Nani Moras. «Totale solidarietà con le colleghe. Oggi sulla carta e domani in piazza. Non possiamo accettare un attacco così frontale alla sicurezza sociale. Un attacco che penalizza in modo particolare le donne. Oggi – ha precisato D’Alessandro – continuiamo a pagare sempre di più in termini di oneri sociali, per ricevere – a conti fatti – sempre meno. In tutti questi anni il secondo pilastro è stato demolito, ora si chiedono altri sacrifici. Non siamo d’accordo».

Gli ha fatto eco Vincent Leggiero, figura simbolo dello sciopero ai TPG: «Ma che cosa ci chiederanno ancora? Di lavorare fino a 72 anni?» Leggiero ha denunciato l’influenza della finanza sulla politica: «Sono gli stessi speculatori che distruggono il lavoro e minano le basi del secondo pilastro. Agli imbrogli delle casse pensioni diciamo no. Dobbiamo batterci per AVSplus». Messaggi chiarissimi recepiti in modo altrettanto chiaro dal congresso che ha confermato il testo di orientamento sulla politica sociale con l’emendamento proposto da Nani Moras. Perché nella ricca Svizzera devono crescere giustizia, solidarietà e pari opportunità.

Cassa pensioni e migranti

Diverse le proposte concernenti la cassa pensioni FFS, alcune delle quali sono state respinte perché le misure richieste sono state già in parte considerate o perché le proposte sono giunte tardi, come per esempio quella contro l’introduzione della tavola delle generazioni. Il vicepresidente Manuel Avallone ha spiegato che il SEV ha fatto di tutto per impedire l’introduzione di questo strumento, voluto dal Consiglio di fondazione della cassa pensioni FFS. Purtroppo l’opposizione del SEV non è servita. Respinta dal congresso anche la richiesta di introdurre in tempi più celeri il modello di pensionamento anticipato Priora. «Tenuto conto delle trattative sulle misure di stabilizzazione della cassa pensioni e degli accordi pattuiti fra partner sociali - ha spiegato Avallone - questa proposta non si giustifica più». Accettata per esame, invece, la proposta che chiede di introdurre un fattore di rivalutazione secondo il modello AVS; si tratterebbe in questo modo di compensare la costante riduzione del valore del capitale di vecchiaia degli assicurati della cassa pensioni FFS a seguito della diminuzione del tasso di conversione, del taglio degli interessi e degli interessi minimi. Accolta una proposta sulle offerte di formazione dei migranti tese a favorire la loro integrazione e partecipazione...

LPV Ticino

Un titolo per un grande merito: essere riusciti ad ottenere una risposta positiva dal congresso contro il parere del comitato del SEV. Così la proposta della LPV Ticino che chiede «di modificare la legge sulla durata del lavoro in modo che l’inizio e la fine dei giorni di riposo o di compensazione siano fissati alle 00.00 e alle 24.00» è stata accolta. Presentata e difesa da Thomas Giedemann, vicepresidente della LPV Ticino, la proposta vuole essere un antidoto ai margini sfruttati dalle aziende nella pianificazione dei turni in un mondo dei trasporti sempre più liberalizzato.

Françoise Gehring

Salute

«Per non perdere la propria vita guadagnandosi da vivere. Dovrebbe intitolarsi così il testo di orientamento sulla protezione della salute e della sicurezza sul lavoro». Queste le parole del segretario sindacale Christian Fankhauser che, nella presentazione, si è limitato all’essenziale: «Violenza, aggressioni, incidenti, rispetto della durata del lavoro, rispetto per le esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici più in là negli anni, salute sul posto di lavoro: sono tutti temi con i quali siamo confrontati e per il quale il sindacato chiede soluzioni concrete. Ieri come oggi». E se il testo programmatico – approvato dal congresso – è stato confermato nella sua totalità, è anche perché la salute e la sicurezza sono e devono rimanere centrali nell’azione sindacale.

In Svizzera 1,1 milioni di lavoratori sono affetti da problemi di salute correlati all’attività professionale: è il risultato di una stima basata sull’indagine europea sulle condizioni lavorative e la salute dei salariati svizzeri. Da un’analisi approfondita emerge infatti che un eccessivo affaticamento fisico, organizzativo e psichico sul posto di lavoro può determinare problemi di salute.

Non deve dunque stupire se il congresso ha approvato una serie di proposte che vanno nel senso di una migliore tutela della salute, come la possibilità di alimentarsi correttamente anche per chi svolge turni irregolari: risparmiare sull’alimentazione è sbagliato, lo affermano numerosi studi. Altrettanto importanti sono le zone di riposo in locali pausa adeguati pure per coloro che non hanno una funzione dirigente. E basta davvero poco per creare spazi tranquilli: migliorerà il benessere complessivo, diminuirà lo stress.

frg