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raduno vpt ticino

Preoccupati, ma non rassegnati

È nel suggestivo scenario di Castelgrande a Bellinzona che ha avuto luogo il raduno ticinese VPT, alla presenza di una quarantina di persone. Ospite della giornata, il Consigliere di Stato Claudio Zali, al quale i lavoratori hanno voluto esprimere la propria preoccupazione per le possibili conseguenze delle misure di risparmio, cantonali e federali, sui trasporti pubblici. Zali ha cercato di rassicurare i presenti dicendo che non ci saranno conseguenze occupazionali per il 2024, senza però nascondere una certa preoccupazione per il futuro.

Il 23 novembre si è svolta l’annuale Assemblea del personale delle imprese concessionarie di trasporto del SEV Ticino. Dopo i saluti di rito, il segretario sindacale Angelo Stroppini è subito entrato nel vivo, dicendosi preoccupato per le crescenti pressioni sul mondo del lavoro, in un contesto generale di aumenti dei costi (con un rincaro all’indice di ottobre dell’1.7%), ma nel quale i salari continuano in gran parte a stagnare. «Capite dunque che le richieste di trattative salariali con le aziende assumono un significato davvero importante», ha sottolineato, ricordando anche la manifestazione del giorno prima contro i tagli ai dipendenti cantonali: «Se per i suoi dipendenti l’ente pubblico propone nessun rincaro e un decurtamento salariale per i salari oltre i 60 000 franchi, non illudetevi che questo non avrà ripercussioni sui trasporti pubblici, sussidiati anche dal Cantone. Le premesse sono quindi pessime, sia per intavolare delle trattative salariali che per negoziare i CCL».

I lavoratori sono preoccupati

 

C’è infatti inquietudine tra i dipendenti delle imprese concessionarie di trasporto pubblico del Canton Ticino per le possibili conseguenze delle previste misure di contenimento della spesa del Cantone e le annunciate riduzioni dei sussidi federali al Traffico Regionale Viaggiatori (TRV) fino al 7,8%. Delle misure che appaiono come un «nonsenso politico» alla luce degli investimenti cantonali fatti tra il 2020 e il 2023, come ha spiegato Stroppini: «Nel corso degli ultimi anni, il Canton Ticino ha fatto progressi significativi nel potenziare il proprio sistema di trasporto pubblico. L’investimento di 461,4 milioni di franchi ha portato a miglioramenti nell’offerta, sia in termini di frequenza che di copertura territoriale. L’assunzione di nuovo personale ha contribuito a garantire un servizio efficiente e all’altezza delle aspettative dei cittadini. Ora, questa inversione di marcia ci preoccupa oltre a sembrarci contradditoria. Chiediamo perciò garanzie affinché un’eventuale diminuzione dell’offerta non si ripercuota sul personale operativo delle aziende».

Un’inversione di rotta che male si concilia anche con la necessità di una svolta urgente verso una politica in difesa del clima. Investire nei trasporti pubblici rappresenta infatti una delle principali chiavi per il raggiungimento di questo obiettivo.

Le risposte di Zali

Preoccupazioni che i lavoratori hanno sottoposto al Consigliere di Stato Zali, assieme alle loro rivendicazioni per il settore: non si accetteranno né riduzioni salariali né licenziamenti e i CCL in vigore nel settore dovranno rimanere di qualità. Dal canto suo Zali ha ribadito la ferma intenzione di dare massima priorità al trasporto pubblico come soluzione ecologica alla mobilità nel Cantone, ma ha aggiunto che «Purtroppo la manovra di rientro cantonale andrà a incidere su vari settori. Per quest’anno non ci saranno conseguenze occupazionali, ma nel 2025 sarà ancora peggio e l’unica uscita consistente del mio Dipartimento è quella del trasporto pubblico». La redditività o meno delle linee sarà quindi probabilmente oggetto di discussione, così come l’ipotesi di un aumento delle tariffe.

Ottimo lavoro di reclutamento

Il presidente della VPT, Gilbert D’Alessandro, si è congratulato per l’ottima partecipazione: «Mi fa piacere vedere in sala tanti membri attivi, perché i problemi sono adesso, servono quindi persone che si mettano in gioco per cercare di risolverli». Si è anche congratulato per la crescita di VPT Ticino e per la presenza in sala, con una partecipazione del 10% dei membri ticinesi: «State facendo un capolavoro!», ha affermato, ricordando la particolare conformazione della regione Ticino.

D’Alessandro si è detto ottimista, perché il SEV ha le qualità per essere un sindacato forte: «Ha delle sezioni con tanti membri pronti a intervenire, ha dei segretari sindacali di qualità ed è pronto a fornire sostegno alle azioni delle federazioni». Inoltre, la VPT conta oggi 10 500 membri, ovvero tra i 1000 e i 1500 in più rispetto a tre anni fa e «La forza della VPT sono i suoi membri», ha concluso tra gli applausi.

Applausi e standing ovation anche per Christian Fankhauser, alla sua ultima apparizione in Ticino in veste di vice presidente del SEV (andrà infatti in pensione a fine anno, vedi articolo-intervista a pagina 2). Fankhauser non ha esitato a dire che con la proposta di tagli al TRV, la Consigliera federale Karin Keller-Sutter vuole indebolire lo Stato e che i trasporti pubblici sono una parte importante della soluzione al problema ecologico. Ha poi messo in guardia i presenti: «Non è un caso che il consigliere di Stato Zali abbia parlato di pace sociale, vuole dirvi di non agitarvi troppo e di non violare la pace del lavoro, ma la pace del lavoro ha un prezzo e deve essere rispettata da entrambe le parti», ha chiosato.

Ha poi ricordato le tre inchieste svolte sulle condizioni di lavoro degli/delle autisti/e di autobus e le conseguenze sulla loro salute, invitando a partecipare alla prossima (della quale parleremo prossimamente sul giornale), che permetterà di affinare meglio la relazione tra lavoro e malattie.

Ha infine invitato a recarsi alle urne in primavera per sostenere la tredicesima AVS e bocciare l’iniziativa dei giovani liberali. L’AVS non è in perdita: ha una fortuna di 50 miliardi e, per l’anno prossimo, il Consiglio federale prevede eccedenze per 3,5 miliardi. Ci sono quindi i soldi per finanziare una tredicesima AVS. Inoltre, mettere in discussione il sistema pensionistico significa mettere in discussione il sistema sociale sul quale si basa la democrazia svizzera, non si tratta quindi di una battaglia che riguarda solo i pensionati, ma ci concerne tutti.

Veronica Galster
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