| Attualità / giornale SEV

conferenza delle sezioni

«Eh no Giorgio, non tilasciamo andare via»!

Seppure virtuale, il presidente del SEV Giorgio Tuti ha ricevuto un caloroso abbraccio dal Ticino. Le voci di affetto che si sono alzate nel corso della conferenza delle sezioni, sono state corali e dimostrano lo speciale legame che unisce il presidente del SEV e i militanti a Sud del Gottardo. La rinuncia alla ricandidatura alla presidenza del SEV, è stata quindi accolta con tristezza. Ma non ha impedito alla grinta dei militanti ticinesi, di manifestarsi.

Sotto l’abile regia del segretario sindacale Angelo Stroppini, la conferenza delle sezioni ha fatto sostanzialmente il punto sui temi centrali che riguardano il sindacato. Dando il benvenuto ai partecipanti, Stroppini ha sottolineato la rappresentanza di tutte le sezioni attive in Ticino. «Ci siete tutti e questo è un bel segnale. Nonostante i limiti della pandemia che ha ostacolato il nostro classico modo di fare sindacato, abbiamo ottenuto dei risultati soddisfacenti. Il reclutamento - ha spiegato Stroppini - nel 2021 è andato piuttosto bene e per quanto possibile abbiamo garantito la presenza sul terreno. Nel 2022 dovremo continuare ad assicurare un buon lavoro sindacale e a pianificare azioni di reclutamento, per migliorare ulteriormente. L’evoluzione della situazione sanitaria, dovrebbe permetterci un margine di azione più ampio. Il 2022 – ha aggiunto il segretario sindacale – sarà un anno di grandi cambiamenti. A cominciare da Giorgio, che non brigherà un nuovo mandato di presidente in occasione del Congresso del 27 ottobre a Berna. A Bellinzona la nostra storica segretaria amministrativa Patrizia Pellandini Minotti, andrà in prepensionamento; si aggiunge anche la partenza di Françoise Gehring, giornalista e segretaria sindacale».

Per la prima volta presente a questo appuntamento in veste di vicepresidente del SEV, Valérie Solano – titolare del dossier FFS – ha ribadito che «questi appuntamenti sono molto importanti per il sindacato, perché costituiscono un momento privilegiato di scambio e confronto. Voi militanti siete le nostre antenne sul territorio e nessuno meglio di voi può intercettare problemi ed esigenze, che permettono poi a noi del SEV di agire e reagire». E in effetti dai militanti sono subito arrivati segnali di preoccupazione relativi a nuove spinte di privatizzazione di alcuni servizi e settori. Stroppini ha subito colto la palla al balzo: «Se siamo riusciti a limitare i danni del progetto Compass, che prevedeva l’esternalizzazione delle pulizie nelle stazioni, è grazie al lavoro sindacale di prossimità».

E la prossimità si consolida soltanto grazie alla forza sindacale e al grado di organizzazione. «I rapporti di forza – ha evidenziato il vicepresidente Christian Fankhauser – sono fondamentali per il nostro potere contrattuale e negoziale. Nel 2021, grazie a tutti e tutte voi, abbiamo frenato una tendenza negativa. E questo successo lo dobbiamo soprattutto ad un grande lavoro di squadra, di cui dobbiamo essere fieri». Stringere le maglie della rete sindacale permette anche, come ha spiegato Stroppini, di fare un buon lavoro quando si negoziano i contratti collettivi di lavoro. E a questo proposito, tra gli obiettivi del 2022 Valérie Solano ha menzionato l’importanza di inquadrare meglio il personale interinale, maggiormente esposto al precariato. Quando si parla di reclutamento di nuovi membri, le sfide sono sempre tantissime. E ce n’è una incontrovertibile: quella posta dalla generazione del baby boom, prossima alla pensione. «Dobbiamo ora iniziare a preparaci non solo a reclutare giovani, ma anche ad accompagnare i cambiamenti nelle nostre istanze sindacali», ha fatto notare Fankhauser.

Le dinamiche demografiche sono inoltre parte integrante del sistema di previdenza vecchiaia, messo sotto pressione nel nostro Paese. Il presidente Giorgio Tuti è stato chiarissimo: «Le forze politiche borghesi non si accontenteranno di aumentare l’età di pensionamento, ma vorranno anche mettere mano alla sostanza stessa delle rendite. Per questo lottare contro la riforma AVS 21, significa non solo contrastare l’innalzamento dell’età di pensionamento delle donne - un grimaldello per l’aumento generale dell’età di pensionamento per tutti - ma inviare un chiaro segnale alla politica e contrastare lo smantellamento del sistema previdenziale. Il SEV sarà pronto a lottare. Cominciamo dunque a prepararci per la campagna contro AVS 21 e a favore della 13esima AVS. E prepariamoci anche a raccogliere le firme per la nuova iniziativa dell’USS, che chiede sostanzialmente di usare gli utili della Banca nazionale svizzera per finanziare l’AVS».

Pronti per le lotte in Ticino, ma non per congedarsi da Giorgio. C’è chi ha evocato un Mattarella bis (alludendo alla recente elezione del presidente della Repubblica italiana), chi ha parlato di fulmine a ciel sereno, di sorpresa. «Questa, proprio, non ce la dovevi fare»; «Non pensare che ti lasceremo andare, non siamo d’accordo». Insomma, le reazioni dei militanti sono state un tributo di affetto al presidente. Conoscendo bene il Ticino per avervi lavorato e vissuto, Giorgio Tuti ha saputo interpretare al meglio la sua fibra mediterranea, tessendo legami solidi a Sud delle Alpi, di cui sapeva captare al volo gli umori. Giorgio ha condiviso con i militanti ticinesi le ragioni di una scelta personale molto ben ponderata e certamente pure sofferta. Una promessa sono riusciti comunque a strappargliela: il potersi congedare da lui certamente non via zoom.

Françoise Gehring
Enable JavaScript to view protected content.

Politica dei trasporti

Daniela Lehmann, responsabile della politica dei trasporti, ha ripercorso le posizioni del SEV, che con successo è riuscito in diverse occasioni ad imporre il proprio punto di vista. A cominciare dal rafforzamento del principio della collaborazione anziché della concorrenza e dal lasciare in una mano sola la gestione del traffico a lunga percorrenza. Il SEV si è battuto contro le logiche privatistiche legate alle spinte neoliberiste dell’Unione europea e ha contribuito ad ottenere dei finanziamenti per mitigare le perdite delle aziende di trasporto pubblico a causa della pandemia. Il SEV si batterà per difendere il principio del servizio pubblico dei trasporti che rappresentano anche una soluzione per la sfida climatica.