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Obiettivi USS 2020

Scardinare le logiche neoliberali

Foto: Andrew Khoroshavin/ Pixabay

Troppa economia liberale incide negativamente sulla solidarietà. L’USS critica lo stato attuale dell’economia e i suoi effetti sulla società, lancia l’iniziativa sulla 13esima AVS e prosegue la lotta contro la disparità salariale delle donne.

Siamo arrivati a un punto tale che talvolta il lavoro non protegge più né dalla povertà, né dall’incertezza. La fiducia nelle istituzioni cala, mentre si fa strada un desiderio di ripiego su se stessi che non può portare a nulla di buono. E anche la Svizzera deve fare i conti con le richieste di maggiore giustizia e uguaglianza, rivendicate in modo particolare dalle donne che, con lo sciopero del 14 giungo del 2019, hanno dato vita ad un movimento sociale dirompente, accanto a quello del clima.

L’Unione sindacale svizzera (USS) non ha dubbi: nel corso della conferenza stampa di inizio anno ha chiaramente detto che «l’orientamento economico sempre più liberale della politica sociale ed economica degli ultimi 30 anni ha portato a un calo della solidarietà in Svizzera». Il presidente dell’USS Pierre-Yves Maillard precisa questo pensiero: «L’erosione della solidarietà nella nostra società, assume forme insidiose. Penso per esempio alla precarizzazione del lavoro spesso mascherata da presunte nuove esigenze legate alla digitalizzazione, all’esternalizzazione, al crescente ricorso al personale interinale e ai subappalti. I datori di lavoro pretendono inoltre una flessibilità a senso unico. E al di là del mondo del lavoro, assistiamo a forme di segregazione residenziali a causa di una politica degli alloggi proibitiva dal profilo dei costi dell’affitto». Negli ultimi 30 anni, gli ha fatto eco il capo economista Daniel Lampart, la solidarietà è stata sempre più sacrificata a vantaggio della concorrenzialità: «Non è quindi una sorpresa se oggi molto persone si sentono abbandonate». Con il rischio che si faccia largo una guerra tra poveri, mentre le frange ricche della popolazione continuano a godersi i privilegi.

Maillard ritiene che lo Stato debba tornare ad assumere un ruolo strategico affinché i meccanismi di solidarietà tornino ad essere efficienti. Perché solo in questo modo si può assicurare quella coesione sociale così indispensabile in una società giusta ed equa. «Solo coesa - puntualizza il presidente - una società può rispondere alle grandi sfide sociali e ambientali».

Ma senza scardinare le logiche del neoliberismo, sarà difficile difendere veramente la classe lavoratrice. «Da anni -osserva la presidente di UNIA Vania Alleva - le istituzioni politiche della solidarietà sono sotto attacco da parte delle forze neoliberali, nazionaliste e conservatrici che sognano un mondo dove la concorrenza può essere esercitata senza limiti e senza regole. In base, insomma, alla legge del più forte. Nel bersaglio della destra pure il partenariato sociale. E quindi i sindacati».

Altro problema, la cosiddetta uberizzazione del mercato, ovvero la diffusione di piattaforme - il cui esempio più noto è appunto Uber - che reclutano personale solo apparentemente indipendente, senza fornire protezioni sociali. L’uberizzazione del lavoro consente di comprare lavoro e competenze in caso di bisogno, scompone le organizzazioni d’impresa, flessibilizza ancora di più il mercato del lavoro e produce migliaia di falsi imprenditori di sé stessi. Creando, alla fine, nuovi precari.

Come rispondere a questi attacchi? Intanto aumentando il numero di contratti collettivi di lavoro, che fissano regole chiare per quanto riguarda le condizioni di lavoro e i diritti dei/delle dipendenti. Vanno poi combattuti in modo più risoluto gli abusi e i bassi salari, che costituiscono un grande problema, specialmente per le donne. «Ma è anche necessario - continua Alleva - difendere con le unghie le misure di accompagnamento, che l’UDC vuole sabotare con l’iniziativa contro la libera circolazione».

Tra gli obiettivi dell’USS, rafforzare il primo pilastro della previdenza vecchiaia. «Nella previdenza vecchiaia - osserva Lampart - la solidarietà si erode. L’abbassamento delle rendite del secondo pilastro deve essere compensato con il terzo pilastro, ovvero una previdenza privata individuale. Per le persone dal basso salario, non si tratta sicuramente di una prospettiva positiva». Proprio per questa ragione nel 2020 i sindacati passano all’offensiva, con un’iniziativa che verrà lanciata nel mese di marzo per chiedere una 13esima rendita AVS e con una campagna nazionale sui salari di tutti i settori.

Come se non bastasse, anche le prestazioni sociali in caso di disoccupazione o invalidità si sono degradate. Secondo l’organizzazione sindacale, la politica fiscale e in materia di spese obbligatorie è al servizio della classe superiore: regali fiscali per gli alti redditi e riduzioni insufficienti dei premi malattia per il resto della popolazione. Occorre quindi un chiaro cambiamento di rotta.

frg/USS