| Attualità / giornale SEV

No allo smantellamento delle misure di accompagnamento a tutela dei salari svizzeri!

CCL e controlli contro il dumping: ad esempio per il trasporto su gomma

L'Unione sindacale svizzera (USS) ha reso noto l'8 agosto in una conferenza stampa che non prenderà parte alle consultazioni con il consigliere federale Schneider-Ammann sulle misure di accompagnamento. Questo perché non solo Schneider-Ammann sembrerebbe disponibile ad allentare la protezione dei salari svizzeri, ma vuole anche accordare alla Commissione europea e alla Corte di giustizia europea il diritto di decidere in materia. Il presidente del SEV e vicepresidente dell'USS Giorgio Tuti ha spiegato il motivo per cui non si deve assolutamente abbassare la guardia sui salari, ad esempio nel trasporto su strada.

Intervento di Giorgio Tuti alla Conferenza stampa USS (fa stato il testo a voce):

Nel trasporto su strada a livello internazionale è in atto una concorrenza spietata. Tanto più necessario appare dunque non allentare le disposizioni di protezione vigenti in Svizzera. Solo così infatti le imprese locali di trasporto e di logistica potranno rimanere sul mercato senza dover sfruttare il loro personale.

Uno sguardo dietro le quinte del mercato dei trasporti europeo liberalizzato permette di scoprire come in tutta Europa gli standard sociali e del lavoro stiano pericolosamente peggiorando. La mobilità senza limiti porta allo sfruttamento senza limiti. Gli sviluppi che si constatano nel sistema economico dei trasporti sono un pessimo esempio di quali conseguenze possano avere per le lavoratrici e i lavoratori la concorrenza sfrenata e una mancata integrazione sociale.

Un conducente di camion bulgaro guadagna in media 215 euro al mese. Per questa miseria lavora 11,5 ore al giorno o più di 57 ore la settimana. In Germania e in Austria i conducenti ricevono solo 1500 euro al mese circa; in Italia, con poco più di 1000 euro, sono pagati ancora meno. In Europa prendono piede rapporti di lavoro atipici quale le aziende del tipo «Io S.p.A.», i falsi autotrasportatori autonomi o il lavoro temporaneo, con i quali si aggirano i contratti collettivi di lavoro e l'obbligo delle prestazioni sociali. In Svizzera sono già evidenti i segnali della pressione sociale e sui salari. Non è più un'eccezione che un numero sempre maggiore di conducenti esteri acquisisca i necessari attestati di capacità per poter lavorare nel nostro Paese. La situazione è particolarmente acuta nei cantoni di confine come il Ticino, dove i conducenti professionali sono assunti per 3500 franchi al mese, mentre la media dei salari in Svizzera si situa sui 5000 franchi.

In Svizzera la pressione sui lavoratori nel settore del trasporto e della logistica è già oggi molto elevata ed è destinata ad aumentare qualora le misure di protezione fossero ulteriormente indebolite. Se dovesse venire meno il divieto ai trasporti di cabotaggio, le ditte estere potrebbero assumere trasporti senza alcun ostacolo anche all'interno del nostro territorio. Sarebbe la fine per il settore elvetico del trasporto stradale di merci.

Questo non è certo nell'interesse dei conducenti professionali né delle imprese di trasporto. E tanto meno può rientrare negli interessi del Consiglio federale.

Per la Svizzera, dunque, è assolutamente necessario:

dire no al dumping salariale e sociale!
avere più controlli e contratti collettivi di lavoro!
accrescere e non indebolire la protezione dei posti di lavoro!
ampliare e non smantellare le norme di protezione!