Navigazione Lago Maggiore

Sciopero vittorioso

Bella vittoria sindacale. Dopo venti giorni di sciopero, i 34 dipendenti licenziati a metà giugno dalla Società Navigazione Lago Maggiore (NLM), hanno ottenuto delle garanzie sul loro impiego e sul livello salariale per un anno. I pirati hanno così ripreso il lavoro il 15 luglio. Restano ancora molte incognite (la soluzione sui salari resta provvisoria) e soprattutto c’è un CCL da negoziare. Bilancio e prospettive su questa lotta esemplare con Barbara Spalinger, vice presidente del SEV, che ha seguito da molto vicino l’intera vicenda.

Angelo Stroppini ha costruito negli anni un rapporto di fiducia con il personale

Dopo 20 giorni di sciopero, i dipendenti hanno ottenuto dei risultati?

Barbara Spalinger: Sì, scioperare ne è valso veramente la pena (cfr box). Molto timido all’inizio della vertenza, il Governo ticinese ha in seguito svolto un ottimo lavoro. Con la città di Locarno, ha messo sul tavolo la somma necessaria per garantire l’attuale livello salariale per un anno. Insomma, lo sciopero ha esercitato una certa pressione. Inoltre c’ erano diversi appuntamenti turistici e culturali di grande rilievo, come l’imminente Locarno Festival. La Società navigazione Lago di Lugano (SNL) dovrà garantire il pieno impiego nel futuro consorzio con la NLM. Come detto i salari attuali saranno garantiti per un anno grazie al Cantone e alla città di Locarno. Un fatto importante se si tiene conto che le condizioni contrattuali e salariali presso la SNL sono meno favorevoli. Il Governo ticinese ha inoltre preteso che venga negoziato un nuovo CCL. CCL che la SNl aveva disdetto in marzo. È stata pure trovata una soluzione per la cassa pensione.

Come si è arrivati alla garanzia di un anno per i salari?

Ci siamo basati sulla seguente argomentazione: nel caso di trasferimento di un’azienda, se i rapporti di lavoro trasferiti sono retti da un CCL, l’acquirente è tenuto a rispettarlo per un anno. È quando figura nero su bianco nel Codice delle obbligazioni. Dal momento che la NLM ha disdetto il CCL, il SEV ha minacciato di adire le vie legali per contestare una disdetta fatta in malafede. In questo contesto i licenziamenti erano abusivi poiché annunciati poco prima della disdetta del CCL e con un preavviso di sei mesi. Abbiamo avuto il sospetto che si fosse proceduto in questo modo affinché il nuovo datore di lavoro non fosse tenuto a riprendere il personale alle attuali condizioni. I dirigenti hanno probabilmente capito che davanti ai giudici avrebbero perso. Nella convenzione firmata, si rinuncia alle vie legali. Spetterà a noi lottare per mantenere il livello salariale attuale al di là di un anno.

Sostegno dei colleghi romandi della LNM (Jean-Daniel Ferrari e Patrick Morier) e della CGN (Marc Formosa).

Durante lo sciopero ci sono stati errori o punti negativi?

In venti giorni di sciopero è inevitabile che ci siano piccole crisi o conflitti. Con tre sindacati coinvolti nello sciopero, non è sempre facile trovare subito un accordo. Ma occorre sottolineare che è stato fatto un grande lavoro collettivo, senza anteporre alcuna singola bandiera. Ce n’era una sola: quella blu dei pirati. Siamo veramente riusciti a parlare con un’unica voce. Abbiamo registrato anche alcune tensioni tra gli scioperanti; ed è normalissimo perché in gioco c’è il destino di 34 dipendenti e delle loro famiglie. Anche in questo caso, le divergenze sono sempre state appianate nelle assemblee. Essere presenti in uniforme tutti i giorni, per 20 giorni ed esposti al pubblico, è stata dura. Ma il sostegno della popolazione e dei turisti ha dato molto coraggio. La forza d’impatto logistica di UNIA, sempre presente sul posto, è stata di grande aiuto. Un plauso anche alle famiglie degli scioperanti, molto attive.

Quale ruolo ha giocato il SEV in questo successo?

Le minacce di azioni legali del SEV - oltre all’impatto dello sciopero stesso - hanno contribuito a convincere le autorità pubbliche e le aziende a trovare rapidamente una soluzione. Nelle sue vesti di sindacato dei trasporti, il SEV ha messo sul piatto le sue conoscenze e la sua esperienza nelle trattative. Essere un sindacato di base ci permette anche di avere un contatto formidabile con salariati e salariate ben organizzati, che hanno costruito un rapporto di fiducia di lunga data con il nostro collega Angelo Stroppini (cfr. pagina 5). Tutti i nostri colleghi ticinesi - in particolare Angelo, Françoise Gehring e Pascal Fiscalini - sono stati presenti quotidianamente; hanno dato per 20 giorni tempo ed energie. Alla fine erano stanchi morti!

Quale sarà il seguito?

Con questo sciopero abbiamo svolto un grande lavoro e ottenuto una bella vittoria. Ora dobbiamo consolidare questo risultato. Per prima cosa dobbiamo concentrarci sul nuovo CCL e lavorare sui livelli salariali oltre l’anno di garanzia. Per questo possiamo contare su una base motivata, solidale e fiduciosa nelle sue capacità di lotta.

Ora che un nuovo CCL dovrà essere negoziato, che cosa ci si deve aspettare da una azienda come la SNL?

I negoziati si annunciano estremamente duri. Lo scorso 2 agosto i sindacati hanno incontrato i rappresentanti del Governo ticinese, dell’Ufficio federale dei trasporti, delle aziende SNL e NLM e del turismo. C’è stata una presentazione sul futuro del consorzio, comprese le attività previste per rilanciare la navigazione. Tutto è stato illustrato nei dettagli, contrariamente alla questione salariale sollevata alludendo ad una non meglio precisata «ridefinizione dei contratti di lavoro». È stata pure menzionata una «discussione bimestrale con il personale», ma senza mai menzionare il CCL o i sindacati. Ovviamente vogliamo conoscere le condizioni di trasferimento alla SNL e il suo futuro rapporto con i sindacati. Se si rifiuta di negoziare un CCL, la società rischia di perdere il milione che il Ticino metterà sul tavolo per finanziare il trasporto di servizio pubblico sul bacino svizzero del Lago Maggiore. Il Cantone accorda sovvenzioni pubbliche solo in presenza di un CCL. Motivo in più per la parte padronale di entrare in trattative.

Ma la SNL a Lugano offre salari assai più bassi …

Il SEV spera di riuscire ad aumentare il livello salariale.

Quando rilascia una concessione, l’UFT non dovrebbe essere più rigoroso sulle condizioni di lavoro?

Per l’UFT i salari devono essere quelli usuali nel settore. Nel settore dei bus ha fissato un salario minimo. Ma per quanto riguarda la navigazione, ritiene che i salari della SNL sono salari usuali nel settore. Senza inchiesta. Cosa che abbiamo sempre contestato. Attualmente ci stiamo chinando sulla questione. In questo dossier l’UFT non si è affatto comportato in modo esemplare; avrebbe potuto fare molto meglio, per esempio avviando uno studio sulle condizioni contrattuali e salariali del settore. Non ci ha coinvolto nel gruppo di lavoro e nemmeno in modo informale nella discussione.

Che effetto ha avuto questo sciopero in Svizzera?

Benché il caso ticinese è particolare perché si tratta di un’azienda dello Stato italiano, la situazione economica della navigazione è fragile e lo sciopero ha spinto altri capitani e marinai a porsi il problema della sindacalizzazione e a contattarci. Del resto la solidarietà dei membri SEV sugli altri laghi è stata molto grande. Alcuni di loro sono giunti a Locarno in uniforme per esprimere la loro solidarietà. Un gesto molto apprezzato dagli scioperanti. Questo sciopero ha mostrato l’importanza di essere sindacalizzati. E che la lotta con a fianco il SEV può sfociare in una vittoria con un impiego garantito dopo il licenziamento.

Yves Sancey/frg

Sull’onda del coraggio

Volti solo in apparenza riposati, a tratti distesi, a tratti tesi. Perché la preoccupazione sul futuro occupazionale rimane grande. Molte, troppo incognite. Molti, troppi interrogativi sulla futura gestione del personale, così diversa tra le due realtà dei due laghi, Ceresio e Verbano. Diversi anche i punti di partenza: a Lugano il personale (o una parte di esso) si è schierato con la direzione, che ha pure disdetto il CCL interrompendo nel contempo le relazioni con i sindacati; a Locarno i dipendenti hanno costruito insieme ai sindacati un percorso di lotta basato sul confronto aperto e sulla fiducia reciproca. In venti giorni di sciopero e nei giorni successivi le relazioni si sono consolidate, i dipendenti sono diventati più forti e consapevoli dei loro diritti.
Parlando con loro si è palesata una grande volontà di resistenza, basata su un’analisi molto lucida della situazione. Capitani, comandanti e marinari del bacino svizzero del Lago Maggiore, sono tutte persone che amano il loro lavoro. Lo svolgono con professionalità da moltissimi anni. Per alcuni di loro la navigazione è una storia di famiglia, per altri un’antica passione. Proprio per questo nessuno desidera buttare alle ortiche un patrimonio professionale e umano costruito negli anni.
Uniti e compatti
per negoziare un nuovo CCL
Proprio per questo tutti intendono difendere un’idea di lavoro, un’idea di professionalità che ha un valore. E questo valore si misura anche nelle condizioni contrattuali e salariali. Perché mai i dipendenti NLM licenziati dovrebbero accettare che con un colpo di spugna vengano cancellate conquiste salariali, sociali e sindacali ottenute negli anni? Insomma i dipendenti NLM sono pronti a lottare per un nuovo Contratto collettivo di lavoro che tenga in giusta considerazione il mantenimento di condizioni contrattuali e salariali adeguate. «Nessuno chiede la luna - ha detto Angelo Stroppini, sindacalista del SEV e capo della comunità di trattativa - ma di sicuro chiediamo che vengano avviate trattative serie che contemplino non solo le esigenze aziendali, ma anche e soprattutto quelle del personale, che rappresenta un’importante risorsa. Vediamo naturalmente di buon occhio la volontà di rilancio sui due laghi Ceresio e Verbano, perché può aprire prospettive occupazionali interessanti. E un sindacato guarda sempre con interesse allo sviluppo dell’occupazione. Ma le condizioni di questa occupazione non sono affatto un dettaglio: sono il cuore stesso di ogni rapporto di lavoro. Sappiamo benissimo - ha continuato Stroppini - che la fase più difficile arriva adesso. I sindacati, e lo abbiamo visto anche martedì sera, possono contare su un personale motivato che insieme a noi vuole scrivere il proprio futuro destino». Mentre si attende di poter consultare il business plan (atteso per metà settembre) del futuro consorzio, i sindacati hanno chiesto un incontro al direttore della SNL Agostino Ferrazzini. Si tratta in particolare di definire il passaggio del personale NLM nella nuova società e di ripristinare le relazioni di partenariato sociale.
 Françoise Gehring

 

Dopo 3 settimane di sciopero, ecco quanto ottenuto dai dipendenti licenziati dalla NLM. Obiettivo raggiunto con il sostegno dei sindacati SEV, UNIA e Ocst:

  • 32 impieghi sono garantiti (2 persone vanno al beneficio della pensione) nel costituendo consorzio che riunirà NLM e SNL;
  • le condizioni salariali attuali sono garantite per un anno grazie ad un aiuto finanziario unico e vincolato tra Canton Ticino, che mette a disposizione 150 mila franchi, e la città di Locarno con 50 mila franchi;
  • il nuovo datore di lavoro ha l’obbligo di negoziare un nuovo CCL per il 2019;
  • l’affiliazione alla cassa pensione delle FART è mantenuta.

SNL, capitalismo familiare ticinese

Consultare la cronistoria dei proprietari della SNL è un po’ come sfogliare un album di famiglia. Dopo la nascita movimentata ormai 170 anni fa, nel 1848, la compagnia di navigazione del Lago di Lugano si è ampliata e oggi dispone di 13 battelli. Tra il 1922 e il 1965 è stata diretta dall’ingegnere Giuseppe Ferrazzini, che nel 1949 fa entrare in azienda suo figlio Giampiero, 23 anni e studente in economia. Poco a poco il figlio rafforza la propria posizione fino a raggiungere i vertici aziendali e presiedere per lungo tempo (fino al 2015) il Consiglio di amministrazione della SNL. Trasmette poi il testimone a un membro della famiglia, ossia ad Agostino Ferrazzini, direttore ad interim. Giampiero resta presidente onorario del CdA. Agostino Ferrazzini siede in particolare nella società di gestione patrimoniale familiare Copernicus e ne presiede la holding.

Nel consiglio di amministrazione della SNL siedono due rappresentanti della Lega («area», 7.7.17), tra cui il vicepresidente, avvocato Enea Petrini. Il terzo è deceduto di recente. Giuliano Bignasca, fondatore della Lega scomparso nel 2013, era pure stato membro del CdA SNL.

Sergio Martinetti, l’attuale vicedirettore che non è un Ferrazzini, riassume così la situazione sulle colonne del settimanale della Migros «Azione»: «la Società di navigazione la possiamo definire come una grande famiglia» («Azione», 17.7.17). «Dove lo slancio per nuovi progetti non manca», aggiunge menzionando il progetto di investimento Helvetia. Il vice direttore dice di non aveva nulla a che vedere con lo sciopero di Locarno e che presso la SNL «regna un buon clima». SNL, lo ricordiamo, che ha disdetto il CCL e interrotto i rapporti con i sindacati. I negoziati per il nuovo CCL ci diranno se il cambiamento di immagine della società grazie ad un lavoro sulla «corporate social responsibility» - proclamata da Martinetti - sarà realtà o solo una facciata.

ysa/frg

Commenti

  • Michele Kessler

    Michele Kessler 02/09/2017 12:20:05

    Congratulazioni a tutti per essere riusciti a far valere i diritti dei lavoratori, ora spero si riesca ad ottenere un CCL degno di questo nome sia per i colleghi della SNL come pure della NLM, e che la nuova direzione riesca a sviluppare nuove attività e proposte a favore del turismo e se possibile anche ai pendolari nelle regioni dei laghi, con indubbi benefici per tutti, lavoratori, dirigenti, operatori turistici e non dimentichiamo chi utilizza i battelli per i più svariati scopi, ovvero i clienti.