| Attualità / giornale SEV

Nel 1911, le camere federali iscrivevano nel Codice delle obbligazioni il diritto delle parti sociali di stipulare contratti collettivi di lavoro (CCL).

I contratti collettivi di lavoro compiono un secolo di vita

In cento anni, i CCL hanno dato un contributo decisivo al miglioramento delle condizioni di lavoro del settore privato. La soppressione dello statuto del funzionario ha indotto anche i servizi pubblici a far ricorso a questo strumento.

Oggi 24 novembre, a Berna si svolge una manifestazione commemorativa per ricordare i 100 anni dei CCL, organizzata dall’Unione padronale e dall’Unione sindacale svizzera, con la partecipazione del consigliere federale Johann Schneider- Ammann. La manifestazione intende sottolineare l’importanza dei CCL per la difesa dei diritti dei lavoratori e il loro ruolo nella regolamentazione del mercato del lavoro. Storicamente, va rilevato che introducendo nel Codice delle obbligazioni il diritto di stipulare i CCL, il legislatore non aveva creato nulla di nuovo, ma semplicemente ripreso una prassi in vigore da alcuni decenni, secondo la quale associazioni padronali e sindacati elaboravanoaccordi che regolavano le condizioni di lavoro. Il «Dizionario storico della Svizzera » riporta che i contratti collettivi sono timidamente apparsi a metà del XIX° secolo, con quello dei tipografi, sottoscritto nel 1850. Le altre categorie di pionieri sono stati gli orologiai, in misura minore, i muratori e i calzolai […]. È però stato solo all’inizio del XX° secolo che i contratti collettivi di lavoro sono aumentati di numero, principalmente a seguito di un’ondata di scioperi tra il 1905 e il 1907 […]. Nel biennio 1910–1912, l’Unione sindacale aveva registrato 412 CCL ai quali erano assoggettati circa 45 000 operai. »

Salariati assoggettati a contratti collettivi di lavoro in Svizzera dal 1992 al 2009.

UNO STRUMENTO PER ARMONIZZARE LE CONDIZIONI DI LAVORO

Le basi giuridiche dei CCL sono costituite in primo luogo dagli articoli 356 a 358 del Codice delle obbligazioni (CO). Vi sono poi altre disposizioni previste:

  • dalla legge federale che permette di ampliare il campo di applicazione del CCL;
  • dalla legge federale sui lavoratori distaccati in Svizzera, adottata nell’ambito delle misure d’accompagnamento agli accordi di libera circolazione delle persone tra la Svizzera e l’Unione europea;
  • dalla legge federale sul collocamento e il personale a prestito, che estende al personale ad interim le disposizioni salariali e di durata del lavoro dei CCL dichiarati obbligatori;
  • dagli atti legislativi che reggono i concorsi pubblici e che riservano l’aggiudicazione dei mandati pubblici agli attori che rispettano le condizioni di lavoro usuali del settore. Da sottolineare che le basi della legislazione sui CCL sono sancite dall’articolo 110 della Costituzione federale.

L’articolo 28 prescrive inoltre il diritto alla libertà sindacale, compreso il diritto di sciopero.

I contenuti dei CCL

Un CCL precisa le norme che non sono previste, o lo sono solo in modo lacunoso, dalle disposizioni legali. Esse riguardano gli stipendi; il loro versamento (in caso di malattia, incidente, gravidanza e maternità, servizio militare ecc.) formazione, congedo sindacale, di paternità, indennità e rimborsi spese, durata del lavoro, vacanze e giorni festivi, possibilità di licenziamento, piani sociali e diritti di partecipazione. I CCL sono firmati dalle parti contraenti (padronali e sindacati) per una durata determinata.

AC

La diffusione dei CCL

Questo numero non ha poi mai cessato di crescere e nel 1992 ne erano ormai assoggettati 1,402 milioni, poi calato a 1,214 milioni nel 1996, a seguito della crisi economica.

Da una quindicina d’anni a questa parte, vi è però stata una ripresa. Le ultime cifre dell’Ufficio federale di statistica riferivano di 1,683 milioni di lavoratori assoggettati ai CCL nel 2009.

Il professore di economia Daniel Oesch, che presenterà una relazione alla giornata per i 100 anni dei CCL sul tema «L’importanza dei CCL e dei rapporti di partenariato sociale per la regolamentazione del mercato del lavoro» vede tre ragioni principali per questo rilancio dei CCL:

  1. l’abbandono dello statuto del funzionario da parte della Confederazione e di molti cantoni ha reso necessari i CCL anche per il settore pubblico;
  2. da una quindicina d’anni, i sindacati hanno intensificato il loro impegno nel settore terziario privato (vendita, servizi di sicurezza);
  3. la libera circolazione delle persone con l’Unione europea ha indotto associazioni padronali e sindacati a estendere la tutela dalle varie forme di dumping tramite i CCL.

Alberto Cherubini