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Referendum contro il progetto EFAS

Sanità pubblica in pericolo

Il progetto di «Finanziamento uniforme delle cure ambulatoriali e stazionarie», chiamato con l’abbreviazione tedesca EFAS, è il più recente tentativo di riforma della legge sull’assicurazione malattia (LAMal), che punta a indennizzare le cure stazionarie come quelle ambulatoriali, eliminando incentivi sbagliati. A prima vista, si tratta di un approccio sensato, ma dalle conseguenze devastanti: verrebbe infatti a cadere l’attuale limite di costi a carico di assicurati e degenti anziani per soggiorni in case di riposo. EFAS porterà anche un aumento dei premi di cassa malati, della pressione sul personale sanitario già oberato e rischierà di compromettere la qualità delle cure prestate. Per questi motivi, il sindacato VPOD ha deciso di lanciare il referendum contro questa riforma.

Le cure ambulatoriali risultano più convenienti e dovrebbero di conseguenza essere promosse, rispettivamente favorite rispetto a quelle stazionarie, eliminando gli incentivi sbagliati previsti dal sistema attuale. Questo è l’obiettivo della più grande riforma dell’assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS) degli ultimi 25 anni. A prima vista, può sembrare ragionevole, ma ha conseguenze importanti: tramite un nuovo sistema di ripartizione dei costi, il progetto di riforma EFAS intende trasferire la responsabilità dai Cantoni agli assicuratori malattia e rimborsare le prestazioni dell’AOMS con un’unica chiave. Saranno eliminati due fattori importanti per la limitazione dei costi, in particolare per le case di riposo e di cura: i Cantoni non dovranno più assumersi i costi residui delle cure e verrà soppresso il limite sui contributi di autofinanziamento. I Cantoni non saranno quindi più coinvolti in una componente fondamentale del nostro sistema sanitario: l’assistenza alle persone anziane.

Contemporaneamente, questa riforma conferisce alle casse malati un potere enorme. Con EFAS, riceverebbero ulteriori undici miliardi pagati dai contribuenti e avrebbero la facoltà di determinare chi riceverà finanziamenti per cure e interventi chirurgici. Questa visione economicistica del sistema sanitario avrebbe conseguenze nefaste: maggiore ricerca del profitto, maggiori risparmi dei cantoni senza alcun aumento dei mezzi per l’assistenza medica di base a disposizione di ospedali pubblici, servizi di assistenza a domicilio e case di cura.

Aumento antisociale dei premi,calo della qualità

Questo trasferimento delle spese dai cantoni agli assicurati potrebbe comportare un ulteriore aumento dei premi e delle partecipazioni alle spese. Infatti, sarebbero gli assicurati, e non più i cantoni, a doversi assumere i costi delle cure a lungo termine (Spitex e case di riposo), in costante crescita a causa dell’evoluzione demografica. Venendo a mancare la parte finanziata dalle imposte, ad aumentare sarebbe quella coperta dai premi pro capite. Questa evoluzione non colpirà gli assicurati benestanti, ma le persone dal reddito medio e basso. Un’evoluzione assolutamente antisociale, in pieno contrasto anche con il principio di solidarietà sul quale si basava in origine la LAMal.

Priorità all’aumento di efficienza

I sostenitori di EFAS ne vantano una maggior efficienza, favorita dall’offerta integrata, che però potrebbe essere realizzata anche con il sistema di finanziamento attuale, senza modificare la ripartizione delle spese di cura. L’aumento dei premi di cassa malati accentuerà la pressione sui costi dell’assistenza sanitaria e le considerazioni di carattere economico verranno sempre più spesso anteposte alle esigenze dei pazienti. La salute e le cure delle persone, degli anziani in particolare, verranno valutate in una logica di spesa, a scapito della qualità.

Maggior pressione sul personale

Ormai da anni, il personale sanitario è sottoposto a un’enorme pressione, tanto che molti abbandonano queste professioni. Le misure di risparmio avvengono sempre a spese degli effettivi di personale e dei loro stipendi. Invece di migliorare questa situazione, EFAS peggiorerà le condizioni di lavoro, minacciando la salute e la sicurezza delle e dei pazienti, che dovranno essere curati in maggior numero e in tempi ancora più ristretti. Oltre ad alimentare lo stress del personale, questa evoluzione costituisce un fattore di rischio.

Sanità in pericolo

EFAS andrà a rafforzare questa tendenza, a scapito della validità del nostro attuale sistema sanitario e dell’intera società. Basta guardare oltre le nostre frontiere per vedere cosa ci attende: un sistema sanitario in cui chi non è in grado di assumersi di tasca propria le spese, deve attendere mesi per essere curato o sottoposto a un intervento chirurgico. Il tutto accompagnato da premi assicurativi in aumento e da peggioramenti delle condizioni di lavoro nel settore. Per tutti questi motivi, vi chiediamo di firmare il referendum contro il progetto EFAS!

Eva Schmid
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stop-efas.ch

Per firmare il referendum e ottenere maggiori informazioni.