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Referendum promosso da sindacati e sinistra

No al furto degli aiuti anticrisi

L’Unione sindacale Ticino e Moesa e i suoi sindacati sostengono il referendum contro gli sgravi fiscali alle persone giuridiche, promossi dal cantone nell’ambito delle misure anticrisi. L’unico effetto sicuro di questa misura è la sottrazione di risorse all’ente pubblico: 15 milioni per il cantone e 10 per i comuni, mentre gli effetti positivi sulla congiuntura sono nel migliore dei casi solo ipotetici.

Il referendum contesta la misura 14 del pacchetto anticrisi varato dal cantone, che prevede la riduzione dal 9 all’8,5% dell’aliquota dell’imposta sull’utile delle persone giuridiche per gli anni 2010 e 2011. Secondo il governo, la misura dovrebbe promuovere il reinvestimento degli utili e l’insediamento di nuove aziende in questi anni di crisi.

Effetti positivi dubbi

Basta però riflettere un momento, per capire in cosa questo sgravio è destinato a tradursi: un grazioso omaggio fiscale a banche e compagnie di assicurazioni, le sole aziende destinate a realizzare utili tanto consistenti da renderlo apprezzabile. Pensare poi che queste aziende vadano a reinvestire le risorse così liberate nel nostro cantone è una pia illusione.

Come illusorio è pensare che questo sgravio possa indurre nuove aziende ad insediarsi nel nostro cantone: invece di una riduzione sulle imposte su utili comunque difficili da conseguire nel breve termine, occorrerebbe pensare ad una politica di promozione degli investimenti basata su condizioni quadro interessanti, quali formazione del personale, energie rinnovabili ecc.

Conseguenze negative certe

Sono invece certe le perdite fiscali generate dal provvedimento, stimabili in 15 milioni per le finanze cantonali e in 10 per le casse dei comuni. Importi pesanti, pari per esempio al costo netto degli assegni famigliari di complemento o a un quarto dei costi netti delle case per anziani.

È quindi anche abbastanza semplice intuire quali saranno le conseguenze di queste mancate entrate e chi sarà chiamato a fare nuovi sacrifici per compensarle. Senza contare che chi ha favorito questi sgravi, se dovesse riuscire ad ottenerli, difficilmente si accontenterà. L’appetito, si sa, vien mangiando e i settori che ne approfitteranno hanno più volte dimostrato la loro tendenza alla bulimia.

Per questo motivo, dobbiamo porre subito paletti ben precisi, rinviando al mittente questa misura ed invito tutte e tutti gli affiliati al SEV del canton Ticino a firmare e a far firmare il referendum 

Saverio Lurati,

presidente dell’Unione sindacale Ticino e Moesa