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Nuovi tagli presso la cassa pensioni FFS

Il SEV esige una compensazione da parte delle FFS

La cassa pensioni delle FFS adotta nuove e dolorose misure di riduzione delle prestazioni, che il sindacato del personale dei trasporti SEV giudica inaccettabili per il personale. Il SEV chiede pertanto alle FFS di compensare integralmente gli effetti di queste misure nei confronti del personale.

La cassa pensioni delle FFS ha motivato le ulteriori riduzioni di prestazioni con l’aumento dell’aspettativa di vita e i bassi redditi del mercato dei capitali. Il SEV non contesta queste cause “ma riteniamo inaccettabili ulteriori riduzioni di prestazioni” ha affermato il presidente del SEV Giorgio Tuti. Il SEV ha pertanto chiesto alle FFS di intervenire per evitare riduzioni delle nuove rendite tramite l’adozione di contributi maggiori da parte del datore di lavoro. Questa richiesta sarà ripresa nel pacchetto delle rivendicazioni salariali presentato alle FFS.

Le FFS non sarebbero del resto l’unico datore di lavoro a reagire in questo modo. La Confederazione ha già preso una simile decisione qualche mese fa con la cassa pensioni Publica, mentre la Symova, alla quale è assicurata la maggior parte del personale dei trasporti pubblici, ha chiesto alle aziende di compensare in questo modo i tagli.

Il personale è già stato chiamato più volte alla cassa

La cassa pensioni delle FFS è poi in una situazione particolare. Il finanziamento insufficiente da parte della Confederazione quando la cassa é stata resa indipendente ha imposto a collaboratrici e collaboratori misure di risparmio di ampia portata negli ultimi dieci anni, come il passaggio dal primato delle prestazioni a quello dei contributi, senza alcuna misura per compensare le perdite che ne sono derivate. Un primo contributo di risanamento dell’1,5 % percepito nell’ambito delle misure salariali, che non è poi mai stato compensato e un ulteriore contributo di risanamento del 2,5% in contropartita dell’intervento della Confederazione.

Questo contributo della Confederazione non è però sufficiente a ripagare il debito, in quanto frutto di un compromesso volto a coprire solo una parte del disavanzo di copertura. Considerata poi l’attuale situazione dei mercati finanziari, questo contributo è nettamente insufficiente per riequilibrare le sorti della cassa pensioni delle FFS.

Rivendicazioni salariali per il 2012

Il SEV e gli altri sindacati della comunità di trattative hanno presentato alle FFS le richieste seguenti in vista delle trattative per il prossimo anno:

  • Aumento generale del 2 percento, con conseguente adeguamento delle fasce salariali
  • Compensazione integrale della riduzione di prestazioni della cassa pensione per il personale
  • 0,75 percento della massa salariale per gli aumenti individuali da sistema

È in gioco la reputazione del datore di lavoro FFS

Nel complesso, le vecchie rendite sono scivolate dal 60 ben al di sotto del 50 percento dell’ultimo stipendio. Un’ulteriore riduzione non è quindi più pensabile e una simile misura sarebbe indegna di un datore di lavoro che si vuole moderno, attraente e sociale.

Alle FFS incorre quindi l’obbligo di garantire al loro personale una pensione dignitosa: „per restare un datore di lavoro credibile, le FFS devono assumersi gli aumenti di contributi necessari a salvaguardare il livello attuale delle rendite” spiega Giorgio Tuti.

Il SEV è disposto ad integrare queste richieste nelle rivendicazioni salariali annuali, che devono però tener conto anche di altri aspetti, come il nuovo sistema salariale introdotto a metà anno, che ha privato numerosi dipendenti delle FFS di prospettive salariali.  Anche qui occorrono correttivi, con soluzioni intelligenti in favore del personale.

«Anche quest’anno, le FFS chiuderanno con un ottimo risultato finanziario. Per il SEV e per tutto il personale sarebbe quindi incomprensibile che le sue giustificate richieste venissero respinte” ha concluso Giorgio Tuti.

Non scordare le filiali

Il SEV critica inoltre il fatto che la cassa pensioni FFS definisca unilateralmente tagli alle prestazioni che non riguardano solo il personale delle FFS e di FFS Cargo, ma anche quello delle filiali e di altre ditte che hanno aderito per motivi storici alle stesse FFS.

“Noi chiediamo che queste filiali e ditte abbiano la facoltà di prendere decisioni autonome nell’ambito di commissioni di previdenza“ ha spiegato la vicepresidente SEV Barbara Spalinger.

Secondo il SEV, l’attuale situazione è chiaramente in contrasto con le disposizioni della LPP, che prescrivono una partecipazione paritetica di personale e azienda alle decisioni sulla previdenza professionale.