Manifestazione del SEV a Berna

Discorso di Giorgio Tuti, Presidente SEV

[ Torna alla pagina iniziale Manifestazione: «Contro la truffa delle casse pensioni!» ]

Giorgio Tuti

Care colleghe e cari colleghi,

Ormai è chiaro che saranno i dipendenti delle FFS a dover risanare la cassa pensioni; costretti a pagare di più, a pagare più a lungo per poi ricevere meno. I pensionati, che non ricevono più il rincaro dal 2004, dovranno continuare a rinunciarvi per molti anni ancora. Una vera porcheria!!!!

Colleghe e colleghi, è una porcheria perché non avete assolutamente nessuna colpa: né per la crisi finanziaria, né per il finanziamento lacunoso della cassa pensioni FFS. È la Confederazione ad aver sbagliato e che deve assumersi la responsabilità di questi errori, e non voi!!!

Nel 1999, la cassa pensioni FFS è stata resa indipendente, con finanziamenti insufficienti e senza dotarla di una riserva di fluttuazione.

Persino l’ufficio federale della assicurazioni sociali ci dà ragione, ammettendo che una cassa pensioni, senza riserva di fluttuazione, non è in grado di sopravvivere.

La Confederazione è quindi venuta meno ai suoi doveri di proprietaria delle FFS e della cassa pensioni ed è pertanto la stessa Confederazione a dover agire. Da anni tira per le lunghe, ma adesso chiediamo con decisione che rimborsi, e in fretta, i suoi debiti!

La Confederazione deve trattare i ferrovieri come ha trattato il personale che lavora all’amministrazione, alla Posta o alla Ruag.

Un anno fa, quando si trattava del futuro dell’UBS, il Consiglio federale ha dimostrato di essere in grado di decidere rapidamente e senza tanta burocrazia, mettendo a disposizione di questa banca una montagna di miliardi. Un autentico regalo, oltretutto molto generoso.

I ferrovieri non vogliono regali. Vogliamo solo che la Confederazione paghi i suoi debiti; né più, né meno.

Chiediamo pertanto alla Confederazione di pagare alla cassa pensioni delle FFS i 3,2 miliardi che mancano oppure, ancora meglio, di creare una cassa pensioni chiusa per i vecchi pensionati, dotandola di una garanzia federale.

Solo così, colleghe e colleghi, potremo ristabilire giustizia. Dobbiamo e vogliamo impegnarci per ottenerla. Stiamo svolgendo un intenso lavoro di lobby e vogliamo fare numerosi azioni, di cui l’odierna, grande manifestazione non è che l’inizio. Non molleremo!

Anche la cassa pensioni ASCOOP ha bisogno di aiuto. La situazione è drammatica e per diverse aziende si prospetta la minaccia del fallimento ancora entro quest’anno. Aziende di cui sono proprietari Confederazione, Cantoni e Comuni, che hanno pertanto l’obbligo di agire. Non è pensabile che si giunga al fallimento di aziende del trasporto pubblico, con disastrose conseguenze per i posti di lavoro e per tutto il sistema di trasporto.

Anche in questo caso, la politica ha grosse responsabilità per l’attuale situazione. La politica deve quindi intervenire. Anche l’Ascoop ha bisogno del sostegno dell’ente pubblico.

È infatti la politica che ha liberalizzato il trasporto pubblico, introducendo il sistema di mercato. È la politica che vuole la concorrenza nel settore ed è la politica che vuole la messa a concorso di prestazioni.

Come può un‘azienda con una cassa pensioni in difficoltà confrontarsi con un'altra senza problemi di questo genere, per esempio un gruppo europeo, nell’ambito di una messa a concorso di prestazioni? Come può fare un’offerta valida?

Si tratto di un disegno politico sbilenco, che deve essere risanato da chi l’ha realizzato.

Confederazione, cantoni e comuni devono assumersi le loro responsabilità per questo disastro e aiutare l’ASCOOP.

Colleghe e colleghi, uniti siamo forti e oggi lo stiamo dimostrando. Continueremo a farlo anche nei prossimi mesi … non molleremo!!

GT/19.9.09