Valutazione del personale

Chi si fa pecora, il lupo lo mangia

A inizio anno, si moltiplicano le richieste di informazioni al team di assistenza giuridica del SEV sulle valutazioni del personale.

La valutazione del personale, istituzionalizzata ogni anno sotto forma di colloquio con i collaboratori, è certamente una buona cosa, se viene svolta in modo corretto. Ma, dato che ha ripercussioni sulla retribuzione, comporta anche un potenziale di conflitto.

I collaboratori devono essere avvisati per tempo del colloquio, consegnando un formulario vuoto, un opuscolo informativo e, eventualmente, il formulario per il feedback al dirigente. È importante che entrambe le parti si preparino convenientemente, documentando le osservazioni fatte nel corso dello anno, rispettivamente i riscontri (positivi) ricevuti dai collaboratori. La conduzione del personale è un processo dinamico, che può comprendere colloqui intermedi e che non si esaurisce con il colloquio di valutazione, durante il quale vengono scambiate le osservazioni e compilato in modo definitivo il formulario di valutazione, compresa la valutazione complessiva (espressa presso le FFS con valori da A a E). Nel corso della valutazione vengono accertati i vari aspetti e stabilite le misure, o concordati gli obiettivi, che devono essere chiari, misurabili e realistici.

Se il collaboratore o la collaboratrice non condivide la valutazione, può richiedere un secondo colloquio apponendo una crocetta nel’apposita casella, oppure richiedendolo entro i 10 giorni successivi al colloquio. Passato questo termine, la valutazione è considerata accettata, anche senza che sia stato firmato il formulario. Per il secondo colloquio, molti colleghi si fanno accompagnare da un segretario sindacale o da un membro del comitato sezionale o della commissione del personale. Ciononostante, non succede spesso che una valutazione venga modificata, in quanto il superiore dispone di una grande libertà di giudizio, ma anche perché i valori vengono in parte già stabiliti al livello superiore, prima del colloquio, sebbene questo sia in contrasto con quanto stabilito nel relativo manuale.

Tuttavia, vale sempre il detto che chi si fa pecora, il lupo lo mangia. Quindi, chi non è d’accordo con la sua qualifica, deve far uso della possibilità di un secondo colloquio, preparando accuratamente i suoi argomenti e fissando il suo obiettivo. Del secondo colloquio viene steso e firmato un breve verbale.

Assistenza giuridica SEV