protezione giuridica

Richiesta respinta, ma con buone ragioni

Il SEV non può rispondere sempre positivamente alle richieste di assistenza giuridica. Vi sono molte ragioni che possono portare ad un rifi uto, riprese dal relativo regolamento, che non sempre però riesce a sgombrare il campo da ogni incertezza. Riportiamo quindi alcuni esempi di casi respinti.

Colpa propria

Un collega, conducente di bus, viene licenziato in tronco poiché si viene a sapere che è stato condannato per guida in stato di ebrietà e ha perso il precedente posto di lavoro proprio per questa circostanza. Il SEV non ha potuto assumere il caso poiché il collega ha sottaciuto al momento del colloquio di assunzione, commettendo una negligenza grave.

Richiesta tardiva - 1

Un collega intende opporsi ad una decisione della SUVA, emessa tre mesi prima. I termini di ricorso sono però ampiamente scaduti e la decisione cresciuta in giudicato. Non vi è quindi più niente da fare. Inoltre, il regolamento SEV prevede che la domanda di assistenza giuridica debba essere presentata entro 10 giorni dall’avvenimento.

Richiesta tardiva - 2

Nell’ambito di una procedura penale, un collega si rivolge di propria iniziativa ad un legale giungendo sino alla seconda istanza, con la volontà di procedere fino davanti al tribunale federale. Solo a questo momento il collega richiede l’assistenza giuridica per far fronte alle elevate spese legali. In genere, il sindacato respinge però richieste di assunzione di spese avanzate a posteriori.

Verità nascoste

Un collega chiede di essere assistito, sostenendo di essere vittima di mobbing in quanto oggetto di continue critiche ingiustificate sul posto di lavoro. Solo nel corso della procedura emerge però che lui stesso era oggetto di una procedura per mobbing nei confronti di altri. Nel quadro dell’assistenza giuridica è fondamentale che vengano esposte tutte le circostanze correlate e questa omissione ha giustificato il rifiuto dell’assistenza.

Non sono tutti casi da assistenza giuridica, ma…

Vi sono casi che non rientrano nella definizione di quelli coperti dall’assistenza giuridica, ma ai quali il sindacato può dare comunque una risposta, nel limite delle sue possibilità. Ecco qualche esempio:

  • In un deposito sorgono problemi con i piani di servizio. Non si tratta evidentemente del problema di un singolo collaboratore, ma di tutto un gruppo, che deve di conseguenza essere affrontato nell’ambito della «normale» attività sindacale.
  • Un membro chiede di essere assistito nelle pratiche di acquisto di un appartamento in Spagna. Questa richiesta travalica però da diversi punti di vista (impegno, competenze materiali e linguistiche) le capacità, oltre che l’ambito di attività, del SEV.
  • Un collega deve interrompere le proprie vacanze in seguito alla malattia di un famigliare e chiede al SEV aiuto per farsi rimborsare le spese di alloggio e rimpatrio. Il sindacato non può però assumersi queste prestazioni, che avrebbero dovuto essere coperte da un’eventuale assicurazione di viaggio.
  • Un membro SEV chiede al sindacato di informare suo figlio che è stato diseredato. Una simile richiesta non rientra evidentemente nei compiti di un sindacato.

Promemoria

In numerosi casi, ci si può rivolgere all’assicurazione di protezione giuridica privata SEV-Multi, che i membri SEV possono sottoscrivere a condizioni particolarmente favorevoli.

Team di assistenza giuridica SEV