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Biglietterie FFS

Sempre più sotto pressione

Il numero delle stazioni FFS servite dal personale è stato drasticamente ridotto. Sportelli che chiudono sotto silenzio, o biglietterie che riducono gli orari di apertura. Il personale che resta è sottoposto a un’enorme pressione: le code dei clienti in attesa si allungano, i prodotti da vendere – oltre al titolo di trasporto – si moltiplicano e il tempo per la formazione manca.

Venditrici e venditori disponibili, capaci di informare bene: ecco che cosa chiede la clientela.

A Bellinzona gli orari di apertura della biglietteria dal primo gennaio di quest’anno sono stati ridotti (cfr. approfondimento a pagina 4) Una decisione che ha destato stupore e che ha coalizzato due categorie: il personale della vendita e il personale del treno che, in una petizione, chiedono alle FFS di ritornare sui propri passi e di meglio considerare le esigenze della clientela. Angelo Stroppini, segretario sindacale SEV a Bellinzona, già capotreno, non è sorpreso da questo fronte unito. «Ciò che contestano i nostri colleghi – sottolinea il sindacalista – è che la riduzione degli orari degli sportelli coincide con l’introduzione delle multe di 90 franchi per coloro che salgono sul treno sprovvisti del titolo di trasporto!»

Tempo insufficiente, personale insufficiente

L’altovallesana Gilberte Imboden, responsabile del reclutamento dei nuovi membri SEV in seno alla sottofederazione SBV, incontra regolarmente colleghe e colleghi che lavorano nelle stazioni. Ecco che cosa ci racconta: «Il personale della vendita ama molto il proprio lavoro; sono spesso persone molto motivate ma confrontate con la mancanza di tempo per aggiornare le proprie conoscenze sui nuovi prodotti che le FFS mettono in vendita; la mancanza di tempo crea disagio. Per non parlare di altre realtà in alcune stazioni, dove il personale manca, suscitando legittime lamentele.»

La fabbrica di soldi delle FFS

I risultati di un’inchiesta svolta due anni dalla SBV presso il personale della vendita conservano la loro totale attualità. Sono stati in molti a rispondere che l’organizzazione del lavoro non tiene conto delle esigenze sempre maggiori della clientela e delle offerte proposte. Elisabeth Jacchini, presidente centrale SBV, conferma che il personale della vendita è sempre più sotto pressione. «Le FFS spingono il personale della vendita a raggiungere cifre d’affari sempre più alte; la vendita è, in qualche modo, la fabbrica di soldi delle FFS. Negli ultimi dieci anni, infatti, in questo settore la produttività è considerevolmente cresciuta.»

«Il personale della vendita ama molto il proprio lavoro. Sono persone motivate ma confrontate con la mancanza di tempo per aggiornare le proprie conoscenze sui nuovi prodotti»

Gilberte Imboden, responsabile del reclutamento SBV

Il caso Western Union

Elisabeth Jacchini ha dovuto lottare non poco per far capire alle FFS che l’invio di denaro attraverso Western Union era una fonte di tensione per il personale della vendita. La sottofederazione SBV ha svolto un sondaggio rivelatore: due terzi dei venditori e delle venditrici vivevano male l’attività Western Union. Tre dipendenti su quattro sono stati vittime di attacchi verbali dai clienti Western Union. «In seno al SEV abbiamo preso questo problema molto sul serio. Ne abbiamo subito parlato con i responsabili della vendita delle FFS in collaborazione con la commissione del personale. Sono state prese delle misure per attenuare i problemi che possono sorgere con il trasferimento di denaro, attraverso, per esempio, l’istallazione di un vetro di protezione allo sportello», spiega Elisabeth Jacchini.

«Siamo ascoltati»

La presidente centrale della SBV desidera sottolineare «che quando siamo confrontati con una lamentela da parte del personale della vendita, ci rivolgiamo subito alle FFS. E devo dire che siamo sempre ascoltati. Da parte dell’azienda c’è una reale volontà di trovare soluzioni in collaborazione con la commissione del personale».

AC/frg