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Il SEV ha sondato 38 città e comuni dove Domo Reisen ha chiesto delle fermate per i propri bus a lunga percorrenza

Moltissime domande rivolte alla Confederazione

Le risposte ricevute (in tutto 24) mostrano che tante domande restano ancora aperte...

L’arroganza di Domo Reisen ha fatto storcere il naso alla città di Vevey, che non ne vuole sapere

Vevey dice chiaramente no alla richiesta di diritto di sosta inoltrata da Domo, perché i bus a lunga distanza non porterebbero nulla né alla regione, né ai pendolari; sarebbe molto meglio un’estensione della rete ferroviaria. Il cantone di Basilea, responsabile anche per il traffico della città, è pure fondamentalmente scettico: la Confederazione dovrebbe sospendere la concessione fintanto che non sarà chiaramente stabilita la base giuridica per l’integrazione di questi bus a lunga distanza nel sistema di trasporti pubblici in Svizzera. Ma per questo è necessaria una discussione politica. Basilea ritiene che una concorrenza degli autobus a lunga percorrenza nei confronti dell’offerta sovvenzionata sarebbe problematica non solo per la ferrovia, ma anche per il traffico regionale nella zona tariffaria. La città di Zurigo esige chiaramente da Domo che non faccia concorrenza alla zona tariffaria di Zurigo, ad esempio tra la città e l’aeroporto. La città di Coira non è, in linea di principio, contro questi autobus, ma il Cantone dei Grigioni si aspetta che l’Ufficio federale dei trasporti (UFT) emani chiare direttive sulla pianificazione e sul finanziamento, prima di accordare qualsiasi concessione a Domo.

Bienne chiede alla Confederazione di dare ai comuni la competenza di definire eventuali fermate per i bus a lunga distanza e di prelevare delle tasse. La città non vuole saperne di bus a lunga percorrenza nel suo centro, a causa del traffico già congestionato causato in parte dai passeggeri. Preoccupazioni per l’aumento del traffico e per i disagi alle fermate degli autobus già esistenti, sono state espresse da molte città che non sono fondamentalmente contrarie ai bus a lunga distanza, Baden, Bellinzona, Olten, Pfäffiken o Soletta. Chiedono pertanto che le fermate siano previste in luoghi diversi da quelli richiesti da Domo Reisen. Yverdon ha dal canto suo espresso chiaramente il desiderio di non avere questi autobus presso le stazioni delle linee regionali.

Ginevra invece è d’accordo di permettere la sosta ai principali autobus a lunga percorrenza svizzeri presso le fermate già esistenti, al fine di garantire i collegamenti internazionali. Si ricorda che l’operatore privato esige dalle società che gestiscono i bus il pagamento di una tassa. Tasse che vengono riscosse laddove l’area di sosta è privata, come ad esempio anche presso l’aeroporto di Zurigo o presso il Sihlquai a Zurigo. La città di San Gallo, invece, fattura l’affissione dell’orario. Generalmente le città chiedono che sia la Confederazione a regolare la questione delle imposte prima di prendere una decisione. Perché ogni fermata d’autobus degna di questa nome ha un costo e ogni utente deve passare alla cassa.

Vevey ha preso molto male la frase che figura nella lettera standard di Domo Reisen; la società ha dichiarato che senza una risposta da parte della città entro un mese, si sentirà in diritto di usare la fermata richiesta. Come se non bastasse, ancora prima di ricevere una risposta formale da parte di città e comuni, Domo Reisen ha esposto degli avvisi informando che a partire da dicembre i suoi veicoli avrebbe usato questa o quella fermata. Basilea e Bienne, per esempio, hanno subito rimosso le locandine informative.

«È importante che la Confederazione prenda sul serio i timori e le richieste di città e comuni direttamente interessati. Ed è pure fondamentale che emani direttive giuridiche adeguate prima di rilasciare qualsiasi concessione» ha detto il presidente del SEV Giorgio Tuti. «Se verrà accordata una concessione a Domo Reisen, il SEV veglierà affinché questa società rispetti le condizioni di lavoro usuali del settore. Non è accettabile che un’impresa di autobus a lunga distanza possa fare concorrenza ai trasporti pubblici esistenti esercitando pressioni sulle condizioni di assunzione e di lavoro o trascurando l’infrastruttura e la sicurezza».SEV

Commenti

  • Demage Roger

    Demage Roger 12/10/2017 07:10:58

    A la retraite depuis 2012 et en bonne santé, je profite de voyager le plus possible.
    Comme chacun le sait, notre pouvoir d'achat n'est plus le même que lorsque nous étions actifs.
    Tout augmente sauf nos rentes, mais est-ce une raison pour privilégier des entreprises polluantes, qui emploient des chauffeurs dans des conditions qui frisent l'illégalité et encombrent encore plus notre réseau routier. Que voulons-nous laisser aux générations futures?
    Nous devons tout mettre en œuvre pour lutter contre cette concurrence déloyale et créatrice
    d'emplois précaires, mais si la Confédération et les CFF en particulier veulent que nous jouions le jeu, il faut arrêter avec cette spirale des augmentations des titres de transports. Monsieur Meyer a promis que les tarifs ne bougeront pas pour 2018. J'aimerai bien le croire, mais si nous voulons vivre dans un pays où l'on peut sortir sans porter un masque, il faut interdire les lobbies routiers (et tous les autres) au parlement. Quand j'entends Monsieur Nantermod nous expliquer
    sa vision du futur, ça me fait peur. Il faudrait commencer à réfléchir avec la tête et non avec le porte-monnaie.