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Conferenza stampa di inizio anno: sul tappeto la preoccupante evoluzione economica della Svizzera

L’USS fissa gli obiettivi 2017

L’avvenire delle assicurazioni sociali, la lotta contro la disoccupazione e la riduzione dei premi malattia sono al centro dell’attenzione dell’Unione sindacale svizzera (USS).

Doris Bianchi, Paul Rechsteiner e Daniel Lampart

L’evoluzione dell’economia svizzera negli ultimi anni è inquietante, ha affermato l’USS in occasione della tradizionale conferenza stampa di inizio anno. Il prodotto interno lordo (Pil) è stagnante e la disoccupazione aumenta. «L’anno scorso – osserva il presidente Paul Rechsteiner – avevamo chiesto, tra altre misure, l’obbligo di comunicare i posti vacanti e il rafforzamento delle misure di accompagnamento legate agli accordi bilaterali sulla libera circolazione delle persone. Ora, mentre sulle misure di accompagnamento sono stati compiuti poco più che dei modesti progressi, possiamo invece affer- mare che l’attenzione verso disoccupati e disoccupate non è delle migliori». Eppure la disoccupazione desta inquietudine. Mentre negli ultimi anni è calata in Germania e negli Stati Uniti, in Svizzera è in continuo aumento dal 2015. Una situa- zione mai vista prima, sottolinea l’USS.

Casse malati

Per quel che riguarda le casse malattia, secondo l’USS nessuno dovrebbe pagare premi superiori al 10% del salario netto. L’ideale sarebbe un carico attorno all’8%. Più a lungo termine, bisognerebbe puntare a premi pagati proporzionalmente allo stipendio. Per arrivare ad un calo dei costi, la Confederazione potrebbe ad esempio utilizzare i 300 milioni di franchi che ogni anno la Commissione della concorrenza incassa con le multe, suggerisce l’Unione sindacale.

Altro denaro potrebbe poi essere ottenuto dalla Banca nazionale svizzera (BNS): i circa 1,2 miliardi di franchi ricavati dai tassi negativi potrebbero essere versati alle Casse pensione. Il fondo dell’AVS non dovrà inoltre più essere gravato da tassi negativi, sostiene ancora l’USS. L’organizzazione insiste poi sul fatto che la BNS deve lottare maggiormente contro la forza del franco. Il cambio franco-euro deve presto essere stabilizzato a 1,10 franchi per un euro, per poi tornare a livelli moderati.

La prosperità in Svizzera riposa su servizi pubblici di grande qualità. La Confederazione, i Cantoni e i Comuni devono preservare questa realtà attraverso un’oculata politica delle uscite. «Le riduzione di imposta come quelle previste dalla RI III, è denaro gettato dalla finestra. Denaro – osserva l’USS – che mancherà quando si tratterà di finanziare compiti importanti, come la formazione».

L’USS insiste poi sulla riduzione del potere di acquisto a causa del secondo pilastro, le cui rendite sono al ribasso. «Questa evoluzione del secondo pilastro – evidenzia Daniel Lampart, capo economista dell’USS – dovrebbe accentuarsi durante l’anno appena iniziato, poiché le casse pensione fanno affidamento sulla persistente debolezza del rendimento dei capitali risparmio. Tenuto conto di queste ipotesi, o le rendite si abbasseranno, o occorrerà aumentare i contributi alfine di compensare il calo delle rendite». Conseguenza? Salari in netto ribasso con una negativa incidenza sul potere di acquisto.

USS/frg