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Esempio 1: Paolo Brunello, pulitore di carrozze a Chiasso

Dal 2009 al 2015 e poi... fuori!

Paolo Brunello, 48 anni, ha lavorato per sei anni alla pulizia carrozze di Chiasso.

Paolo Brunello: frontaliere, temporaneo e congedato dalle FFS dopo sei anni.

«Ho iniziato il 15 gennaio 2009. Presso Adecco mi hanno detto che vi sarebbe stata dapprima una formazione, in vista del maggior lavoro durante il periodo di carnevale». L’impiego di Paolo è invece continuato sino a gennaio di quest’anno, quando gli è stato comunicato che sarebbe terminato a fine mese. «Il lavoro non è però diminuito, anzi! Quando ho iniziato eravamo in tre temporanei, che sono poi diventati una decina. Proprio non capisco perché mi hanno lasciato a casa. Il lavoro mi piaceva, mi trovavo bene con tutti, mi impegnavo e ho dato la massima disponibilità. In sei anni, ho lavorato quattro volte il giorno di Natale e quattro a Capodanno e non ho mai detto di no quando mi chiamavano al lavoro» continua Paolo. Gli chiediamo se ha prospettive per il futuro: «Non so più dove battere la testa. Sto cercando lavoro ovunque, ma anche le agenzie mi hanno detto che a 48 anni sono ormai troppo vecchio. Io ho fatto di tutto, dal marmista, al camionista e al panettiere. Dopo sei anni alle FFS, mi trovo a dover campare con l’indennità di disoccupazione in Italia di 1034 euro al mese e ho moglie e un figlio. Per di più, a settembre finirà anche questa e non so come farò a pagare l’appartamento. Non ho nemmeno saputo perché mi hanno congedato. A un collega hanno detto che sarei inaffidabile. Non capisco, ma trovo sia ingiusto trattarmi così dopo tutto questo tempo. Ho saputo che avrebbero dovuto offrirmi un impiego fisso e penso piuttosto che sia per quello che mi hanno liquidato».

Difficile contraddirlo!

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Esempio 2: Ramazan Camci, San Gallo

Di colpo, non va più bene niente!

La vicenda di Ramazan Camci illustra chiaramente come a San Gallo si proceda sistematicamente a liquidare i temporanei di lunga data. Nella Svizzera orientale il personale si oppone.

Camci ha firmato un contratto di impiego presso la pulizia carrozze FFS di San Gallo il 4 maggio 2007. Il suo impiego «temporaneo» per Adecco è così durato 8 anni, quasi 3000 giorni, ma è stato disdetto per il 2 luglio. Una disdetta che non sorprende, in quanto preceduta da diversi segnali che ci si voleva sbarazzare di Camci, che ha ricevuto un primo richiamo nel settembre 2014, per aver danneggiato un veicolo ESA. Un richiamo che ha accettato, mentre non riesce a digerire quel che vi ha fatto seguito.

In gennaio ha ricevuto un altro richiamo per non aver firmato una «lista di responsabilità dei locali», un compito introdotto solo pochi giorni prima. Un secondo richiamo in maggio è stato motivato con la pulizia lacunosa di un veicolo controllato.

Questi tre richiami hanno portato alla disdetta, comunicata il 1o giugno a seguito di queste mancanze. È però strano che il lavoro di un collaboratore venga giudicato positivamente per otto anni e proprio quando avrebbe diritto ad un’assunzione fissa si venga ad affermare di non più essere soddisfatti delle sue prestazioni. Una concomitanza che dimostra come semplicemente non lo si voleva assumere.

Camci è molto benvoluto nel team di San Gallo. Non sorprende quindi che il suo licenziamento abbia portato al lancio di una petizione che chiede alla direzione del gruppo FFS di far rientrare le disdette emesse a San Gallo. Al momento di andare in macchina, le firme raccolte in favore di Camci e dei suoi colleghi erano oltre 1000.

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Esempio 3: Murat Tasdelen, pulitore a Ginevra

Abbia Pazienza!

È dal 2008 che Murat fa le pulizie per le FFS. Membro SEV, è stato lieto di sapere della conclusione del CCL, che si augurava gli portasse un’offerta di lavoro fisso, dopo tutti questi anni da temporaneo. Quando si è fatto avanti a chiedere, è però restato molto deluso, perché dapprima gli hanno detto di portar pazienza, dato che la procedura avrebbe potuto durare sino a due anni. Diversi altri a Ginevra hanno ricevuto la stessa risposta.

Sposato e padre di un bambino, non capisce la ragione di questo atteggiamento, tanto più che il lavoro per i pulitori non manca. «Gli impiegati fissi non riescono a far fronte a tutte le necessità. Al CEG, il centro di manutenzione, hanno provato a non rinnovare i contratti dei temporanei, ma hanno ben presto dovuto arrendersi all’evidenza che non funzionava». Non si può lavorare in costante sottoeffettivo.

Murat continua a sperare in un’assunzione fissa, che gli potrebbe dare maggior sicurezza e magari anche uno stipendio migliore. Ma soprattutto è una questione di considerazione: «come temporaneo hai l’impressione di valere poco, di non essere tenuto in conto».

Ha lavorato spesso di notte e a turni. In questi periodi di grande caldo, è un lavoro ancora più pesante, che a Murat però piace e che vorrebbe continuare a svolgere. Con pazienza, aspetta quindi che anche questo accordo del CCL venga applicato. Hes

Esempio 4: Officine di Bellinzona

Riduzione ... dei temporanei di lunga data

Nell’autunno 2013, la rivista «HR Today» specializzata in temi riguardanti le «risorse umane» come oggi viene chiamato il personale, riferiva della situazione dei collaboratori temporanei alle Officine di Bellinzona, indicando che erano 95 su un totale di 370 dipendenti. L’articolo citava il capo del personale FFS Markus Jordi: «A Bellinzona, collaboratori esterni non sono stati impiegati solo per far fronte a punte di lavoro. Questa situazione ha origine storiche, ma non rispecchia la nostra politica del personale». Jordi precisava poi che le statistiche delle FFS dimostravano chiaramente una progressiva riduzione del numero di dipendenti temporanei. Quasi due anni dopo, il numero di dipendenti temporanei è effettivamente calato. Oggi sono 54. I dati in nostro possesso evidenziano la durata dell’impiego alle Officine di coloro che sono stati «congedati»: dal mese di settembre 2014 (ossia da quando l’accordo riguardante l’assunzione di temporanei era ormai concluso), su 26 rapporti terminati, ben 13 avevano avuto una durata superiore ai 4 anni. Da notare anche che nel 2015 sono comunque stati assunti 12 nuovi collaboratori temporanei. Difficile non pensare che si stia portando avanti una politica di cambiamento di personale temporaneo, in modo da non dover applicare l’accordo sulla loro assunzione. Per completezza d’informazione, aggiungiamo comunque che 3dipendenti sono anche stati assunti.

Dalle indicazioni di Jordi del 2013, rileviamo anche che le FFS disponevano già allora di statistiche sui rapporti di lavoro temporanei. Perché abbiano bisogno di due anni per applicare la convenzione, rimane quindi un mistero.

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Sei domande a Manuel Avallone

«L’atteggiamento delle FFS non è credibile»

Il vicepresidente SEV Manuel Avallone ha guidato la delegazione sindacale alle trattative per il CCL 2015 e ha pertanto firmato l’accordo sui dipendenti temporanei presso le FFS.

contatto.sev: Cosa si voleva ottenere un anno fa con questo accordo sui temporanei?

Manuel Avallone: In alcuni settori, come officine e pulizia carrozze, le FFS fanno capo a numerosi collaboratori temporanei. Possiamo capire questo tipo di rapporti di impiego quando si tratta far fronte a picchi di lavoro. Ma il ricorso a temporanei per 5, 10 o persino 15 anni sullo stesso posto dimostra che la realtà è un’altra e che si lavora in una condizione di sottoeffettivo. In altre parole: il personale proprio non basta per sbrigare il lavoro quotidiano. Abbiamo quindi chiesto un limite e convenuto con le FFS che il numero di dipendenti temporanei venisse limitato al 4 percento dei dipendenti totali del gruppo e che dopo 4 anni un o una dipendente temporaneo/a debba ricevere un’offerta di impiego fisso.

Nel frattempo è cambiato qualcosa?

Le FFS frenano l’applicazione di questo accordo e hanno aggiunto unilateralmente condizioni che non abbiamo concordato, come il fatto che l’offerta del posto debba essere fatta solo in presenza di un posto libero. Abbiamo poi diversi riscontri che le FFS stanno aggirando queste assunzioni.

Come valuti l’atteggiamento delle FFS?

Non è credibile e contraddittorio. Una persona viene impiegata così a lungo solo se il suo lavoro è necessario. L’obiezione della mancanza di un posto libero quindi non regge. Sono le disposizioni amministrative, come il piano dei posti e gli organigrammi a doversi adeguare alla realtà e non viceversa. E dopo quattro anni, ogni lavoratrice e ogni lavoratore dovrebbe aver diritto ad un minimo di stabilità.

Come vedi i prossimi passi?

L’accordo è entrato in vigore il 1.1.2015 e le FFS hanno due anni di tempo per applicarlo in modo integrale. In questo lasso di tempo, devono essere chiariti tutti gli aspetti e abbiamo concordato incontri regolari con le FFS.

Cosa consigli ad un temporaneo che viene a sapere che le FFS hanno chiesto alla sua agenzia di sciogliere il rapporto con lui?

Di rivolgersi immediatamente al suo superiore per conoscerne i motivi e poi mettersi in contatto con il SEV. È per noi l’unico modo di verificare se l’accordo è applicato correttamente e se il o la collega non viene liquidato sulla base di pretesti.

In passato, i nostri colleghi non reclutavano i temporanei per il SEV. Non è il caso di rivedere questa prassi?

Certo! Con questo accordo, il SEV si fa carico anche della difesa degli interessi di collaboratori e collaboratrici temporanei. Per rappresentarli al meglio, è però opportuno che siano affiliati al SEV, presso il quale sono senz’altro benvenuti.

domande: pmo

Commenti

  • Weber martin

    Weber martin 23/07/2015 17:13:10

    Die Temporären Mitarbeiter werden vollumfänglich ausgenützt. Sie müssen hinhalten für Schichtdienste von 6 Stunden 22 Arbeitstage.
    Wie kann ein solcher Mitarbeiter noch eine Familie ernähren.
    Mitarbeiter wo mehrere Jahre ihre Arbeit zu vollen Zufriedenheit für den Arbeitgeber erledigten sind nun auf einmal nicht mehr tragbar.
    Vorgesetzte haben sich geäussert ,das sowieso keine solche Mitarbeiter eingestellt werden .
    Es ist bedauernd wie die Wertschätzung des Personals mit den Füssen getreten wird.
    Es gibt ja ein altes Sprichwort. So wie man in den Wald ruft so kommt das Echo zurück.
    Dieses Echo dringt auch auf den Arbeitsmarkt mit den dazugehörenden Konsequenzen für die
    Stellenvermittlung.