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La conferenza CCL FFS e FFS Cargo ha chiarito alcuni punti del mandato alla delegazione alle trattative

Le garanzie non sono negoziabili!

Questa prima conferenza dall’inizio delle trattative ha precisato alcuni punti del mandato.

I delegati hanno seguito i lavori con la massima attenzione.

I primi quattro incontri tra le delegazioni alle trattative dei sindacati e delle FFS dovrebbero aver permesso di chiarire le premesse e i punti preliminari. Le prossime tornate dovrebbero così poter entrare nel merito delle singole questioni. In vista di queste discussioni, il vicepresidente del SEV e capo della delegazione sindacale Manuel Avallone ha chiesto alla conferenza CCL di esprimersi per chiarire alcuni punti del mandato di trattativa.

Cinque capitoli

Il confronto tra le rivendicazioni delle due parti ha permesso di determinare cinque temi principali per le prossime discussioni: stipendi ed indennità; modelli di pensionamento; durata del lavoro; questioni giuridiche di natura generale e riorientamento professionale.

Consolidare le garanzie

Sin dall’inizio della discussione, è affiorato il tema delle garanzie salariali create dall’applicazione del sistema salariale introdotto con l’ultima edizione del CCL. L’opinione in sala è stata unanime: non può esserci alcun mandato di discutere e rinegoziare queste garanzie in alcuna forma; né il loro mantenimento deve essere messo in discussione.

CCL e basi legali

La conferenza CCL si è anche espressa su due punti dai quali si aspetta che il CCL porti migliorie concrete rispetto alle disposizioni di legge recentemente modificate. In primo luogo, le disposizioni sullo scioglimento del rapporto di lavoro, recentemente peggiorate dal Parlamento nella legge sul personale federale e, secondariamente, le modifiche del campo di applicazione della legge sulla durata del lavoro, che saranno sottoposte prossimamente alle camere. La conferenza CCL si è espressa anche per mantenere un approccio differenziato alle trattative per i BAR, gli accordi settoriali per la durata del lavoro. Questi accordi sono nati e sono giustificati proprio per l’esigenza di trovare norme adeguate alle diverse circostanze dei singoli servizi. Una loro eventuale generalizzazione, prospettata dalle FFS, sarebbe quindi un controsenso.

Giù le mani dal «contratto sociale»

Non vi è trattativa sul CCL FFS e FFS Cargo che non richiami in causa il contratto sociale, ossia la protezione dal licenziamento in caso di riorganizzazioni. Una disposizione che, secondo i delegati, si è dimostrata estremamente valida e della quale ha certo beneficiato il personale, ma anche l’azienda stessa e che quindi, nel suo principio, non deve essere rimessa in discussione.

Apertura sui modelli di pensionamento

Tutti hanno manifestato consapevolezza delle difficoltà di queste trattative, soprattutto per il fatto che le FFS vogliono ottenere molto di più di quanto sono disposte a concedere. Su alcuni temi, vi sono però anche segnali di apertura, in particolare per i modelli di pensionamento anticipato, a favore dei quali si era espressa un’ampia maggioranza dei partecipanti al sondaggio svolto dal SEV la scorsa estate. Le FFS hanno anche manifestato una certa disponibilità a regolamentare meglio le condizioni d’impiego del personale temporaneo. 

Peter Moor

Le CoPe vanno bene così!

La conferenza CCL ha discusso a lungo anche sulla «partecipazione aziendale» e in particolare sull’organizzazione delle commissioni del personale. Numerosi interventi hanno ripercorso le difficoltà iniziali, legate alla costituzione e alla definizione delle competenze e delle modalità di funzionamento. Nel frattempo, però le CoPe hanno saputo ritagliarsi spazi adeguati a tutti e tre i livelli (superficie, divisione e gruppo). «Adesso le FFS vogliono limitare l’azione delle CoPe perché stanno facendo fin troppo bene il loro lavoro» ha indicato un delegato.

Molti suoi colleghi hanno ribadito l’importanza del coordinamento tra CoPe e sindacati, per evitare che le FFS possano mettere una parte contro l’altra. I delegati hanno comunque espresso il loro apprezzamento sulle attuali strutture della partecipazione, sulle quali non vedono quindi alcuna necessità di intervento.

Commenti

  • Meier M.

    Meier M. 01/05/2014 11:32:19

    Ich bin jetzt seit 43 Jahren bei der SBB. Eine Verschlechterung, wie wir sie derzeit erleben müssen, hat es bei der SBB noch nie gegeben. Der Grundtenor ist einfach: Es muss Geld rein auf biegen und brechen. Alles wird gestrichen. Unsere Führung sieht nur noch die Noten vor dem Kopf. Wenn die SBB bei den Älteren die Lohngarantie auch noch streichen wollen, oder nur mit dem Kompromiss, dass wir diese Garantien zu Grabe tragen, und auf der anderen Seite ein kleines Präsent bekommen, dann sehe ich mich im Stande den SEV und die SBB zu verlassen.
    All die Jahre haben wir Opfer gebracht, waren einverstanden mit Kompromissen und haben mitgemacht bei Pensionskassenkürzungen. Seit Jahren gab es keine Lohnerhöhungen mehr. Der Verband und das Personal werden mit den Worten abgespeist «es tut halt weh, aber es muss sein». Es hat Jahre gegeben, wo wir einen Bonus bekommen haben. Aber dieser Bonus ist zum Fremdwort geworden.

    Reinintegration.

    (…) von der Redaktion gekürzt

    Wenn ich sehe dass Mitarbeiter, die die Stelle durch Rationalisierung verlieren, eine Lohngarantie haben auf Lebzeiten, dann begreife ich die Führung, die das ändern will. Verliert man die Stelle aufgrund einer Krankheit, gibt es keine Lohngarantie. Ich finde es daher nichts wir recht, wenn die Reintegration erst nach 5 Jahren Anstellung bei der SBB beansprucht werden kann.
    Das einzige was ich von Ihnen noch erwarte, ist ein billiger Kompromiss, der halt sehr weh tut, aber um das Ganze zu retten müssen wir halt das machen.
    M. Meier