Il Gran Consiglio approva il messaggio all’unanimità

Avanti al centro

Il Gran Consiglio del canton Ticino ha manifestato un’unità di intenti rara di questi tempi e ha approvato all’unanimità il messaggio sul centro di competenze.

Il gran consigliere Ivan Cozzaglio ha chiamato le Officine il quarto castello di Bellinzona.

Questo aspetto, sottolineato persino dall’autorevole «Neue Zürcher Zeitung», in un suo commento apparso mercoledì 4 giugno, è senz’altro figlio del massiccio sostegno popolare di cui le Officine FFS di Bellinzona hanno sempre goduto.

Dallo sciopero all’iniziativa...

Solo così si spiega, anche ad anni di distanza, la portata di quella che aveva assunto i contorni di una rivolta popolare. L’allora consigliere federale Moritz Leuenberger, nella conferenza stampa che aveva annunciato la fine dello sciopero durato cinque settimane, aveva parlato di un problema di «coesione nazionale». In questo periodo, la protesta aveva avanzato anche una proposta concreta, sottoforma di un’iniziativa popolare «per la creazione di un polo tecnologico-industriale nel settore pubblico» che in meno di una settimana aveva raccolto 15 000 firme. Il Consiglio di Stato aveva in seguito sviluppato due studi che hanno portato alla formulazione della proposta di creare un centro di competenze.

... alla proposta

L’idea di questo centro, retto da una fondazione, è di riunire tutti gli attori potenzialmente interessati a sviluppare progetti in sinergia nel campo della mobilità ferroviaria. Alla fondazione parteciperanno quindi, oltre al cantone, le FFS, l’Associazione «Giù le mani dall’Officina», i sindacati SEV, Transfair e Unia, la Supsi, gli enti regionali di sviluppo del Bellinzonese e del Mendrisiotto e la città di Bellinzona, il cui Consiglio comunale aveva pure approvato il relativo messaggio non molti giorni prima.

La costituzione del centro ha trovato il convinto sostegno di tutti gli schieramenti politici, che hanno espresso l’auspicio di un deciso rilancio di tutta l’attività industriale legata al settore. In altre parole, si tratta di un’opportunità da cogliere, concretizzando alcune premesse. Nel suo intervento, Ivan Cozzaglio, deputato PS e membro della CoPe Officina, ha tenuto a ricordare la richiesta dello studio di fattibilità di «una maggior autonomia decisionale e finanziaria della struttura (= delle Officine, ndr)». La commissione della gestione, nel suo rapporto, ha indicato come fondamentale il fatto che le FFS portino, soprattutto nella fase iniziale, progetti strategici da sviluppare con gli istituti di formazione.

Il ruolo delle FFS

Alcuni interventi, condivisi dal correlatore della commissione Gianni Guidicelli (PPD) hanno però fatto notare come le FFS, pur partecipando al progetto, non abbiano sin qui espresso grande entusiasmo e hanno quindi chiesto ai vari attori molta attenzione sull’agire dell’azienda. Le FFS, pur avendo sottoscritto i documenti costitutivi, non hanno sin qui confermato definitivamente la loro partecipazione, anche se la consigliera di Stato Laura Sadis ha assicurato che si tratta solo di una formalità.
Ha suscitato critiche anche la decisione delle organizzazioni padronali AITI e camera di commercio di non partecipare alla fondazione. L’approvazione del messaggio e del credito di 2,1 milioni permette finalmente di passare alla fase operativa di questo progetto, nel quale tutto il cantone, come dimostra il voto in Gran Consiglio, pone molte aspettative e speranze.

Pietro Gianolli